Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
La luce del grande schermo di un cinema, in sala o all’aperto “è una metafora della cultura come punto di luce nel buio dei tempi”, e le “occasioni di fruizione culturale sono delle vere e proprie luci nella vita di ciascuno di noi e delle nostre comunità”. Ne è convinta la Fondazione Ente dello Spettacolo, l’occhio e la mente della Cei nel mondo del cinema, che col suo presidente monsignor Davide Milani e la curatrice Angela D’Arrigo, ha scelto per la terza edizione del Lecco Film Fest, dal 7 al 10 luglio, il titolo “Luci della città”. Un omaggio al film di Chaplin del 1931 ma soprattutto alla “capacità della cultura in generale e della proposta cinematografica in particolare di illuminare i singoli e le comunità” spiega monsignor Milani. “Abbiamo voluto celebrare – gli fa eco D’Arrigo – la cultura e il suo ruolo di faro nella società, soprattutto nei momenti difficili”.
Lo sguardo va oltre l’Italia, con ospiti e film internazionali
Così un festival nato in piena pandemia, nell’estate del 2020, grazie al sostegno della Confindustria di Lecco e Sondrio e le istituzioni locali e regionali, diventato una “festa della comunità” che si sta imponendo anche a livello nazionale, quest’anno allarga lo sguardo, e a protagonisti del cinema italiano come Carlo Verdone, Sabrina Impacciatore e Valeria Solarino, affianca ospiti internazionali come il regista polacco Krzysztof Zanussi e il collega curdo Fariborz Kamkari.
Summer School per ragazzi delle superiori: “Luci sui personaggi”
Il Lecco Film Fest 2022 aumenta il numero di film proiettati la sera sullo schermo all’aperto di Piazza Garibaldi e, la mattina e il pomeriggio, nel Cinema Nuovo Aquilone, la sala di comunità ispirata da monsignor Milani, anche prevosto di Lecco, ma sostenuta dall’entusiasmo di moltissimi volontari e appassionati. Proiezioni dedicate, queste ultime, ci spiega a Vatican News Angela D’Arrigo, soprattutto agli studenti della Summer School “Luci sui personaggi” organizzata per il terzo anno consecutivo dalla Feds e dall’Istituto Toniolo di Milano, ma aperte anche al pubblico cittadino e ai turisti che arrivano al Lago di Como per questo appuntamento.
I dibattiti all’aperto in piazza XX Settembre
Una ventina di giovani delle scuole superiori, lombardi ma non solo, alcuni dei quali hanno partecipato durante l’anno al corso “Opera prima” organizzato dall’Istituto Toniolo, quest’anno scopriranno come costruire personaggi interessanti per cinema e tv e incontreranno gli ospiti del festival. Dello sviluppo di progetti simili alla Summer School di Lecco, per la “costruzione e formazione di uno sguardo critico nei ragazzi, per educarli alla lettura dei film e, tramite essi, la lettura della realtà” si parlerà sabato 9 alle 12 in un dibattito nell’arena degli incontri col pubblico di Piazza XX Settembre, sul tema “Il cinema illumina le aule scolastiche: il Piano Nazionale Cinema a Scuola fra didattica, professioni, esperienze in sala”. Al termine verranno consegnati gli attestati agli studenti della Summer School.
Sabato 9 il dialogo di monsignor Milani con Carlo Verdone
Ma nella stessa “arena” della piazza, accanto al Palazzo delle Paure di Lecco, che ospiterà la Scuola, ci sarà alle 18 del 7 luglio l’inaugurazione del Lecco Film Fest 2022, e molti altri dibattiti e incontri, come quello di venerdì 8 alle 18.15 con la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, e di sabato 9 alle 18 con l’attrice Valeria Solarino. Nel Cinema Nuovo Aquilone, invece, sempre sabato ma alle 16.30, monsignor Milani dialogherà con l’attore e regista Carlo Verdone, prima della proiezione del film capolavoro “Ordet-La parola” di Carl Theodor Dreyer. Verrà rievocato l’esame di Storia dl cinema nel quale il docente Mario Verdone, grande critico e storico del cinema nonché firma prestigiosa della Rivista del Cinematografo della Feds, bocciò il figlio Carlo impreparato proprio sulla figura di Dreyer. Alle 19, Verdone incontrerà il pubblico in Piazza Garibaldi per raccontare “Vita da Carlo”, la serie televisiva da lui diretta e interpretata, e per parlare de “La carezza della memoria”, il suo secondo romanzo autobiografico.
Lo sguardo femminile con i film di due giovani registe
In continuità con le passate edizioni, lo sguardo femminile resta come “filo rosso” che collega molti momenti del Lecco Film Fest ed è protagonista di proposte di film sulle donne e alla regia, dietro le quinte o alla produzione. Verrà proiettato “Settembre”, esordio in regia di Giulia Steigerwalt, attrice e sceneggiatrice, mentre Laura Bispuri presenterà “Il paradiso del pavone”.
D’Arrigo: più proiezioni di film, anche durante il giorno
A Vatican News, la curatrice del Lecco Film Fest Angela D’Arrigo ricorda come in questi due anni e oltre di pandemia, “soprattutto nel primo durissimo lockdown, tutti noi abbiamo visto un film in più in streaming, in televisione. Abbiamo letto molto, abbiamo cercato spettacoli teatrali in tv, abbiamo ascoltato concerti. Perché la cultura, il vivere una dimensione di fruizione culturale, di qualunque tipo essa sia, è un momento che illumina le nostre vite” in risposta a un bisogno di senso individuale e collettivo in un momento di smarrimento.
Alla terza edizione, si può dire che il Lecco Film Fest si stia consolidando e allarga lo sguardo a nuovi temi e luoghi, con attenzione al locale ma anche al globale?
Decisamente possiamo dire che è un festival che sta crescendo. E’ nato in piena pandemia, in un contesto quasi l’emergenza: la prima edizione si tenne nel 2020. Però a poco a poco sta prendendo, di anno in anno, un suo posto nel panorama dei festival cinematografici italiani. Con un format che replichiamo fin dal primo anno e che si è dimostrato essere adatto al territorio. Fatto di incontri, di momenti di dibattito, confronti durante la giornata e proiezioni serali. Nella sua crescita di quest’anno abbiamo intanto aumentato il numero delle proiezioni, con diversi film anche durante la giornata. In qualche modo si incrocia il programma ufficiale della manifestazione con il programma per le scuole, per cui una serie di proiezioni per il corso di formazione sono comunque aperte a tutti nella mattina e nel pomeriggio. E’ un programma che quest’anno si apre anche ad una dimensione internazionale, sia perché ospitiamo quest’anno per la prima volta una regista straniero, il maestro Krzysztof Zanussi, sia perché andiamo a proporre temi sempre più d’interesse internazionale, come per esempio avverrà nella giornata d’apertura con il documentario di Fariborz Kamkari e a seguire un dibattito sul racconto di guerra, cosa vuol dire raccontare la guerra oggi e con quali linguaggi.
Come nasce il tema “Luci della città”?
Da una riflessione che abbiamo fatto: l’anno scorso, l’ultima sera, guardando Piazza Garibaldi, la piazza principale di Lecco, allestita come una sala cinematografica, la piazza era totalmente immersa nel buio e la luce veniva dallo schermo, naturalmente. Un’immagine a mio avviso potentissima, e una metafora di come la cultura, in questo caso la proiezione di un film, illumina le nostre vite. E in effetti se ricordiamo e ripercorriamo gli anni della pandemia, soprattutto nel primo durissimo lockdown, tutti noi abbiamo visto un film in più, abbiamo cercato di vedere dei film in streaming, in televisione. Abbiamo letto molto: i dati di vendita dei libri, hanno mostrato un sensibile aumento. Abbiamo cercato spettacoli teatrali in tv, abbiamo ascoltato concerti. Perché in effetti la cultura, il vivere una dimensione di fruizione culturale, di qualunque tipo essa sia, è un momento che illumina le nostre vite. E più il momento storico è buio, più effettivamente cerchiamo delle risposte, non solo come passatempo, nelle attività culturali. Possiamo allora dire che le occasioni di fruizione culturale sono delle vere e proprie luci nella vita di ciascuno di noi, ma anche nella vita della comunità. Abbiamo desiderato per anni tornare ad un concerto, ad un festival, ad incontrarci, a vivere una socialità, ma non priva di senso, piuttosto in una dimensione culturale. E allora uno schermo che s’illumina, che sia in una piazza o che sia in un cinema, un palco di un teatro che si illumina a sua volta, un reading di un libro sono tutte luci per tutti noi, luci per la città, appunto. Ci siamo rifatti dunque al titolo del film di Charlie Chaplin, e da qui abbiamo voluto celebrare con questa terza edizione del festival, la cultura e il suo ruolo di faro per le società, soprattutto nei momenti difficili.
Un elemento che caratterizza e anche un punto di forza del Festival di Lecco è la Summer School per i ragazzi delle superiori, un’educazione alla lettura critica dei film. Anche in questo caso c’è stato un’evoluzione quest’anno?
Si, lo definirei uno sviluppo, rispetto agli anni precedenti. Ogni anno, noi organizziamo il corso di formazione per i ragazzi delle scuole secondarie superiori, in collaborazione con l’Istituto Toniolo di Milano. Abbiamo dato fin dalla prima edizione un’impronta ben chiara, cioè educare lo sguardo dei ragazzi attraverso il cinema sul mondo, quindi ad avere uno sguardo critico, attento e formato anche dal punto di vista tecnico. Ogni anno però approfondiamo un aspetto preciso dell’educazione audiovisiva. Quest’anno ci siamo soffermati sui personaggi, infatti il titolo del corso è “Luci sui personaggi”. Abbiamo invitato i ragazzi a capire come si scrivono sceneggiature di film, ma anche di serie tv, di videogame o di narrativa, partendo proprio dall’analisi e dallo sviluppo dei personaggi, come i personaggi vivono la storia, come la costruiscono come in qualche modo la determinano. Il corso è iniziato martedì 5 luglio, e dura una settimana, molto concentrata, e devo dire che abbiamo avuto già dai ragazzi un primo riscontro positivo, la prima giornata li ha molto soddisfatti. Il corso è a numero chiuso proprio per far sì che la didattica potesse essere efficace, ci sono circa 20 ragazzi dei quali cinque provengono dal percorso “Opera Prima”, corso di formazione promosso e sostenuto dall’ Istituto Toniolo, che ha previsto una fase di formazione durante l’anno scolastico e poi una selezione tramite un concorso per le scuole. I vincitori di questo corso-concorso del Toniolo hanno vinto la partecipazione alla nostra Summer School.
Un festival con sguardo più globale, però resta anche una festa della comunità, che ha già creato un risveglio culturale per Lecco. E’ così?
Parlerei piuttosto di rilancio della cultura in città. Lecco è una città viva, piena di tante proposte culturali e anche proposte di cinema. Naturalmente un’iniziativa come il festival, che ha portato nelle tre edizioni ospiti di primo piano del mondo del cinema nazionale, e da quest’anno anche internazionale, ha dato un nuovo slancio alla città, che partecipa con tutte le sue componenti. Confindustria è il soggetto promotore del festival, ma il sostegno proviene dalle diverse componenti istituzionali e private della città. Accanto a Comune, Provincia e Regione Lombardia e molte associazioni economiche di categoria, anche tantissimi soggetti privati, tantissima imprese che riconoscono nel festival un’occasione di crescita complessiva, globale della città.
Tra gli ospiti, oltre al già citato regista Zanussi, anche l’attore e regista Carlo Verdone, che ha con la Rivista del Cinematografo un legame particolare, attraverso il padre Mario…
Sì, infatti il papà di Carlo Verdone, Mario, è stato un collaboratore della Rivista del Cinematografo diverso tempo e questo ha lasciato tutto ora un legame molto forte tra Carlo Verdone e la Rivista, quindi anche con la Fondazione Ente dello Spettacolo. Della partecipazione di Carlo Verdone al nostro festival ci piace non soltanto che lui venga ad incontrare il pubblico, ma soprattutto il fatto che lui abbia voglia di venire a Lecco per presentare un film “Ordet”, un film danese del 56 al quale è molto legato anche in virtù di un episodio della sua carriera di studente che lo legga il padre. Perché ad un esame di storia del cinema il padre lo bocciò proprio che non era preparato su Dreyer, l’autore di “Ordet”. E’ un film che è una pietra miliare per la storia del cinema europeo e mondiale, ma è anche un ricordo molto personale di Carlo Verdone, che ci tiene a presentare questo film a Lecco.
Quale criterio ha guidato la scelta di film per le proiezioni?
C’è un criterio che è alla base del Lecco Film Fest, cioè cercare il più possibile di dare rappresentanza allo sguardo femminile, per far sì che anche le donne del cinema abbiano possibilità di visibilità, di incontrare il pubblico, di essere conosciute dal pubblico. Le registe donne sono molte di meno rispetto ai colleghi, e di conseguenza è anche difficile trovarle e farle partecipare, però anche quest’anno siamo riusciti ad avere due film di due registe giovani Giulia Steigerwalt e Laura Bispuri che presenteranno i rispettivi film giovedì 7 luglio e venerdì 8 luglio. Abbiamo cercato poi di proporre al pubblico dei film non necessariamente nuovissimi ma dei film che avessero qualcosa da comunicare al pubblico lecchese, qualcosa da raccontare, qualcosa di interessante. Dunque accanto ad autori italiani di nuova generazione, proponiamo per domenica 10 luglio in chiusura del festival un film di uno dei Maestri del cinema italiano, Paolo Taviani con il suo “Leonora addio”, perché racconta una storia sulla morte, gli incroci della vita, che può essere interessante per il pubblico, per avviare dei ragionamenti, oltre a essere collegato allo scrittore Pirandello. Naturalmente ci sono anche delle commedie in programma, non è un festival di sperimentazione il Lecco Film Fest e quindi abbiamo cercato un programma che potesse andar bene per una piazza estiva, ma comunque trasmettendo dei messaggi, dei temi sui quali poter riflettere.