Chiesa Cattolica – Italiana

Lopez Romero: l’augurio per il 2024, un mondo che si riscopra abitato da fratelli

A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, il cardinale arcivescovo di Rabat in Marocco invita, in un’epoca di divisioni sanguinose, a “fare delle nostre differenze una ricchezza” e ricorda il dramma del terremoto che lo scorso settembre ha fatto 2.500 morti a Marrakech

Françoise Niamien – Città del Vaticano

Il Natale della famiglia diocesana di Rabat è stato ahimato da uno “slancio di solidarietà, nella gioia di sentirci una Chiesa unita, in comunione e in uscita come spesso ci esorta Papa Francesco”, ciò nonostante il cardinale Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, in Marocco, traccia il drammatico bilancio dell’anno che sta per concludersi, condannando la violenza che, in tutte le sue forme, ha invaso il mondo.

Sofferenza per i cristiani perseguitati

“Siamo tutti testimoni di tutta questa violenza che il mondo sta vivendo, causando così tante vittime – dice a Radio Vaticana Vatican News – e dal Marocco condividiamo il dolore e viviamo con compassione e fraternità la tragedia che stanno vivendo le popolazioni dei nostri Paesi fratelli del Sahel di fronte al terrorismo”. Inoltre, aggiunge, “partecipiamo al dolore e alla sofferenza dei nostri fratelli cristiani perseguitati, a volte rapiti e sfortunatamente assassinati”.

Il cardinale arcivescovo di Rabat, Cristobal Lopez Romero

La speranza di un anno di pace, fraternità e giustizia

Di fronte alla sofferenza del mondo, il porporato esorta a implorare “il Principe della Pace, Gesù Cristo” perché la pace si radichi nel mondo “e si possa vivere come fratelli e sorelle al di là della nazionalità, delle religioni e malgrado le differenze”. L’auspicio per l’anno nuovo alle porte è che i popoli si arricchiscano delle loro diversità affinché si possa vivere il 2024 “nella speranza di un mondo di pace, in un clima di fraternità, solidarietà e giustizia”.

Sinodo diocesano e terremoto a Marrakech

Il porporato salesiano ricorda che nell’arcidiocesi di Rabat il 2023 è stato segnato sul piano religioso dalla chiusura del sinodo diocesano, il 6 novembre scorso, dopo due anni e mezzo di lavoro. “Seguendo Cristo, quale Chiesa vogliamo per la diocesi di Rabat oggi?” è stata la domanda a cui tutte le componenti della Chiesa particolare di Rabat hanno risposto, in occasione dei lavori sinodali diocesani. Secondo il cardinale Lopez Romero, le risposte a questa domanda hanno permesso alla comunità locale di riaffermare che, seguendo Cristo, la Chiesa deve essere “una Chiesa di incontro,  che accoglie, ascolta e accompagna, che vigila sulla partecipazione di tutti”. Inoltre, anche “una Chiesa che impara e si forma” e, di fronte alle sfide ambientali, “una Chiesa rispettosa della nostra casa comune e del suo ambiente”. Il porporato non manca di ricordare la tragedia del terremoto del 9 settembre scorso che ha colpito la regione di Marrakech, nel sud del Paese, causando almeno 2.500 morti e migliaia di feriti. “Un triste evento di fronte al quale – riferisce – la Chiesa marocchina ha mostrato il suo slancio di solidarietà attraverso le azioni della sua Caritas per aiutare le vittime del sisma”.

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