Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Serve attenzione particolare nei confronti dei più piccoli, anche da parte della Chiesa. “Non solo perché questo è un dettame evangelico”, precisa il cardinale Paolo Lojudice alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’arcivescovo di Siena, che è anche presidente dell’associazione Dorean Dote, sottolinea l’importanza di un ripensamento su questo fronte alla luce del magistero di Papa Francesco. “Dobbiamo far diventare l’ascolto dei bambini qualcosa di essenziale in tutti i nostri circuiti e le nostre attività”, aggiunge.
Ma cosa serve per garantire la piena accoglienza dei bambini? “Ad esempio – risponde – si potrebbero realizzare gruppi ristretti nei nostri ambiti tipici della catechesi e della iniziazione cristiana, cercando di dare loro la parola più che immaginare solo e unicamente insegnamenti da trasferire”. Il cardinale ripete che c’è qualcosa di significativo che i più piccoli possono dire a noi adulti. Una dinamica in sintonia con la recente esortazione del Papa ad ascoltare maggiormente i bambini in merito alle sfide per futuro: loro – ha scritto Francesco nella prefazione al libro ‘Laudato si’ Reader. An Alliance of Care for Our Common Hous’ – “sono saggi nonostante l’età”.
Il cardinale Lojudice torna sulla questione all’indomani della partecipazione all’iniziativa intitolata proprio ‘Saggi nonostante l’età’ promossa a Roma dall’Associazione Fonte di Ismaele, realtà caritativa supportata dall’Elemosineria Apostolica anche nella risposta all’emergenza infanzia nel territorio della diocesi del Papa. Due i momenti chiave: un flash mob in piazza Montecitorio e un incontro alla Camera per chiedere al Parlamento l’istituzione della giornata nazionale per l’ascolto delle persone di minore età.
Nell’occasione è stato presentato un volumetto destinato al Papa in cui i bambini e i ragazzi delle periferie “nascoste” di Roma riflettono su alcune parti della convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescente approvata nel 1989. “Questo documento ratificato dall’Italia dice che i bambini vanno ascoltati sempre”, afferma Lucia Ercoli presidente dell’Associazione Fonte di Ismaele la quale precisa come in realtà questo non avvenga nell’ambito dei processi giudiziari.
Il bambino rischia di diventare “un’appendice degli adulti”, continua Lucia Ercoli che illustra l’appello affinché venga istituita una giornata dedicata all’ascolto della fascia dei più indifesi della società. Lo sguardo cade anche al fuori delle sedi istituzionali, invitando tutte le figure – dai magistrati fino agli educatori e agli psicologi – “di andare a incontrare i ragazzi dove vivono per mettersi in relazione con le loro istanze”.
Istanze che attualmente non sono tenute in considerazione in caso di divorzio, separazione o affidamento. “Il diritto dei minori ad essere ascoltati non è applicato”, avverte Elisabetta Rampelli, avvocato dell’Osservatorio diritti vulnerabili dell’Associazione Fonte di Ismaele. “In pratica – prosegue – è affidato alla discrezionalità del giudice e spesso e volentieri le decisioni vengono adottate senza rendere partecipe il minore”.
La speranza è riposta nell’approvazione della legge di riforma del tribunale per i minorenni, che prevede l’istituzione del tribunale per la famiglia. “La proposta – spiega Rampelli – è di garantire sempre un curatore speciale e un avvocato per il bambino in modo da tutelare realmente i suoi interessi e il suo futuro nel quadro delle vicende giudiziarie”. Ciò che serve è continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto l’universo politico. “Questo – conclude Lucia Ercoli – credo oggi sia l’impegno della comunità dei credenti: non tanto discorsi, ma agire differentemente e mettersi davanti ai bambini come i pastori davanti alla grotta di Betlemme”.