Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Dio vi benedica tutti! Dio benedica l’Iraq! Allah ma’akum! (Dio sia con voi)”. Francesco si congeda così, al termine della Messa nello stadio Franso Hariri di Erbil, dopo giorni intensi fatti di ascolto di voci dolorose ma anche piene di consolazione, dopo aver visto i tanti germogli di bene seminati insieme nella diversità di confessioni. Un viaggio che porta il suo cuore a riservare un posto importante per l’Iraq e che spinge il Papa a chiedere agli iracheni di operare insieme per il bene comune e la pace perché così si potrà costruire un futuro di prosperità.
I martiri, stelle che brillano insieme
Il primo dei tanti “grazie” detti da Francesco va a Sua Santità Mar Gewargis III, Catholicos-Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente. Un “fratello” nella fede:
Insieme a lui abbraccio i cristiani delle varie confessioni: in tanti qui hanno versato il sangue sullo stesso suolo! Ma i nostri martiri risplendono insieme, stelle nello stesso cielo! Da lassù ci chiedono di camminare insieme, senza esitare, verso la pienezza dell’unità.
Poi il suo pensiero va ai vescovi che hanno preparato e accompagnato il suo viaggio con la preghiera e l’affetto, alla “cara popolazione curda”, al governo, alle autorità civili, a tutte le autorità irachene, ai volontari e a quanti hanno collaborato per la realizzazione di ogni tappa.
L’opera di bene
Un grazie sentito alla Roaco, la Congregazione per le Chiese Orientali e a tanti seminatori di speranza.
In questi giorni passati in mezzo a voi, ho sentito voci di dolore e di angoscia, ma ho sentito anche voci di speranza e di consolazione. E questo è merito, in buona parte, di quella instancabile opera di bene che è stata resa possibile grazie alle istituzioni religiose di ogni confessione, grazie alle vostre Chiese locali e alle varie organizzazioni caritative, che assistono la gente di questo Paese nell’opera di ricostruzione e rinascita sociale.
Legami di fraternità
“Ora – spiega il Papa – si avvicina il momento di ripartire per Roma”.
Ma l’Iraq rimarrà sempre con me, nel mio cuore. Chiedo a tutti voi, cari fratelli e sorelle, di lavorare insieme in unità per un futuro di pace e prosperità che non lasci indietro nessuno e non discrimini nessuno.
Francesco assicura le sue preghiere e indica la strada della fratellanza per dare un domani all’Iraq:
Prego perchè i membri delle varie comunità religiose, insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, cooperino per stringere legami di fraternità e solidarietà al servizio del bene e della pace. Salam, salam, salam! Shukrán! (Grazie)