L’Iran minimizza l’attacco israeliano a Isfahan: “Nessuna reazione immediata”

Vatican News

Teheran ha gettato acqua sul fuoco in merito all’operazione militare nel centro del Paese, ma precisa: “Un nuovo errore non sarà tollerato”. Da più parti la preoccupazione per la possibile catena di ritorsioni e la sollecitazione a evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente

Paola Simonetti – Città del Vaticano

L’Iran indaga sull’attacco che ieri notte, giovedì 19 aprile, ha colpito la base militare di Isfahan, nel centro del Paese. L’ipotesi è che droni, che non hanno provocato vittime o danni ai siti nucleari dell’area, potrebbero essere partiti dall’interno del paese tramite “agenti locali” in quello che, Teheran, ha definito un tentativo “disperato” e “fallito” da parte di Israele che, tuttavia, per ora non ha di fatto ufficialmente rivendicato l’azione. Una ricostruzione riportata invece dall’emittente statunitense Abc, parla di un attacco israeliano effettuato con missili lanciati da aerei da combattimento, dall’esterno dell’Iran.

Esclusa una risposta immediata

Le autorità iraniane hanno ribadito che per il momento non hanno intenzione di mettere in campo una ritorsione imminente, ma il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha lanciato un chiaro avvertimento a Israele di non “imbarcarsi nuovamente nell’avventurismo” perché, in caso contrario, la risposta sarebbe “immediata e al massimo livello”. Gli Stati Uniti si dichiarano estranei alla vicenda, confermando di avere come unico obiettivo quello di “abbassare la tensione ed evitare un allargamento del conflitto. In un colloquio telefonico nella serata di ieri, il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, e l’omologo israeliano, Yoav Gallant, hanno concordato di mettere in campo ogni sforzo per mantenere la stabilità regionale. Dal canto suo, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito che “è giunto il momento di fermare il pericoloso ciclo di controffensive in Medioriente. 

Il sospetto attacco in Iraq 

Intanto, un “bombardamento” ha colpito ieri sera una base militare nell’Iraq centrale che ospita truppe dell’esercito ed ex paramilitari filo-iraniani di Hachd al-Chaabi, integrati nelle forze regolari irachene. Gli Stati Uniti hanno prontamente fatto sapere di non aver condotto raid nel paese in quelle ore. Escluso anche da fonti israeliane un coinvolgimento nell’attacco.  

Allarme in Israele

Una sospetta infiltrazione di aerei è stata intanto resa nota dai media israeliani, dopo l’annuncio dell’esercito locale che le sirene anti raid  hanno suonato nel sud del Paese. La radio militare locale ha anche riferito che frammenti di un missile di difesa aerea sono caduti in un quartiere di Sderot, al confine con la Striscia di Gaza, per fortuna senza provocare alcun ferito. 

La preoccupazione della Giordania

Il rischio che l’area si trasformi in una arena di conflitto fra Iran e Israele impensierisce la Giordania. Il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, ha affermato che non permetterà che la zona diventi una polveriera o che la sua sicurezza e  l’incolumità dei suoi cittadini venga messa a rischio”. Safadi ha poi sottolineato che “l’attuale escalation serve solo a distogliere l’attenzione dall’aggressione israeliana a Gaza, fermare la quale deve essere la priorità per la quale tutti gli sforzi si stanno unendo”.