Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Un’occhiata all’interno delle farmacie e si avverte subito il senso della catastrofe: le medicine non ci sono, gli scaffali sono vuoti. Il flagello della crisi economica in Libano ha falciato la sanità, il 40% dei medici ha lasciato il Paese e le assicurazioni mediche non coprono più le spese ospedaliere, rendendo impossibile l’accesso a cure, farmaci, servizi sanitari e ospedalizzazioni. Il baratro finanziario nel quale è precipitato il Paese, associato alla pandemia di Covid e alle conseguenze dell’esplosione nel porto di Beirut, il 4 agosto del 2020, ha trascinato l’80% della popolazione sotto la soglia di povertà.
I libanesi privati della salute
Di fronte a questa situazione, l’Associazione libanese dell’Ordine di Malta ha rafforzato tutte le sue strutture. “L’Ordine di Malta – spiega Oumayma Farah, che ne è direttrice della Comunicazione – ha sempre svolto la sua missione a favore delle popolazioni più vulnerabili, nei settori sanitario e sociale. Purtroppo, con la svalutazione, le persone che avevano messo tutti i loro risparmi nelle banche non hanno più accesso ai loro soldi, stesso problema per i pensionati. C’è poi la questione delle assicurazioni che nessuno si può permettere. Insomma, dalle cooperative alla sanità pubblica a quella privata, nessuno può più garantire la copertura delle cure sanitarie per la popolazione”.