Per il “partito di Dio” islamico è la risposta ai ripetuti attacchi dei giorni scorsi dell’esercito di Tel Aviv: colpite basi aeree e siti militari, ma non si segnalano vittime. Altri 7 morti invece tra i palestinesi di Gaza per attacchi israeliani e sale a 45 vittime il bilancio del raid di venerdì su Beirut, nel quale sono stati uccisi comandanti di Hezbollah. L’allarme dell’Onu: rischio catastrofe imminente in Medio Oriente
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
E’ arrivata nella notte dal Libano la risposta di Hezbollah per i ripetuti attacchi di Israele dei giorni scorsi. Secondo l’esercito di Tel Aviv, l’Idf, più di 290 razzi sono stati lanciati dal Libano poco prima delle 5 locali di stamane, molti sono stati intercettati e i servizi antincendio stanno lavorando per spegnere gli incendi provocati dai proiettili caduti. Si tratta dell’attacco più pesante dal 7 ottobre 2023. I lanci di missili verso l’area di Haifa e la valle di Jezreel hanno costretto più di mezzo milione di persone a rifugiarsi nei bunker in aree che finora non erano state toccate dagli allarmi. Al momento non risultano vittime dell’attacco. A Kiryat Bialik, cittadina situata vicino a Haifa, quattro persone sono rimaste lievemente ferite da schegge. Uno dei feriti ha raccontato: “L’esplosione è stata così violenta che la finestra di ferro è stata divelta. Il vetro è schizzato via e ha ferito mia nipote. Quando sono uscito, ho visto che non c’erano più né la casa né le auto”.
Hezbollah: colpite basi aeree e industrie dell’Idf
Hezbollah ha fatto sapere via Telegram di aver lanciato i primi missili Fadi-1 e Fadi-2 verso la base aerea israeliana di Ramat David, “come risposta ai ripetuti attacchi che hanno colpito varie regioni del Libano e che hanno causato la morte di molti civili”. Colpiti anche i complessi industriali militari di Rafael, secondo il “Partito di Dio” islamico libanese, come ritorsione per le esplosioni di cercapersone e walkie-talkie dei giorni scorsi. Intanto il governo libanese rende noto che il bilancio dei raid israeliani su Beirut di venerdì 20 settembre, in cui sono stati uccisi diversi comandanti e combattenti di Hezbollah, è salito a 45 morti.
Altre sette vittime a Gaza per attacchi israeliani
Più tardi, l’esercito israeliano ha colpito siti di Hezbollah in Libano in risposta ai lanci di razzi, e gruppi armati filo-iraniani in Iraq hanno rivendicato un lancio di droni su Israele. Per questo la difesa civile israeliana ha ordinato la chiusura di tutte le scuole nel nord del Paese, vicino al confine con il Libano. Più tardi nella mattinata, secondo Al Jazeera, sette palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani nel centro e sud di Gaza questa mattina. La Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) ha recuperato i corpi di quattro vittime nell’area di al-Attatirah a est di Rafah nella parte meridionale di Gaza. Altre due persone sono state uccise a Khuza’a a est di Khan Younis dopo essere state colpite da proiettili di artiglieria, mentre un altro palestinese è stato ucciso a ovest del campo profughi di Nuseirat nella parte centrale di Gaza.
Il coordinatore Onu per il Libano: rischio catastrofe imminente
Per il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano Jeanine Hennis-Plasschaert c’è il rischio di una “catastrofe imminente”. Non esiste, ha scritto su X, “una soluzione militare che renderà più sicure entrambe le parti”. Ma Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, prima di partire per New York per partecipare alla 79° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha criticato l’atteggiamento dell’Onu di fronte agli attacchi israeliani, affermando che se svolgesse correttamente il proprio ruolo, nessun Paese, come Israele, potrebbe bombardare altri Stati, uccidere civili e distruggere abitazioni sotto il pretesto di colpire presunti terroristi.