Responsabile della sicurezza personale di Giovanni Paolo II dal 2006 fino alla morte, Giani replica a Tg2000 a quelle che Papa Francesco ha definito “illazioni offensive e infondate” contro il Pontefice polacco legate al caso Orlandi: “Se il Papa usciva, chi lo doveva sapere lo sapeva”
Vatican News
Parole assurde e gravi quelle contro Giovanni Paolo II. Anche l’ex comandante della Gendarmeria vaticana, Gian Domenico Giani, esprime il suo parere sulle accuse infamanti mosse nei giorni scorsi contro san Giovanni Paolo II legate al caso Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983 a 15 anni. Accuse avanzate in diretta tv dal fratello della ragazza, Pietro Orlandi, che citava in diretta tv il contenuto di un audio nel quale un membro della Banda della Magliana lasciava intendere che Wojtyla avesse l’abitudine di uscire e “non andava certo a benedire le case”. Papa Francesco nel Regina Coeli del 16 aprile aveva definito queste accuse “illazioni offensive e infondate”.
“Grave anche solo insinuarlo”
Ora anche Giani, responsabile della sicurezza personale del Pontefice polacco dal 2006 fino alla morte, intervistato da Tg2000 – il telegiornale di Tv2000 – esprime il rammarico che si possano solo “dire, ipotizzare o comunque far pensare che un Papa come Giovanni Paolo II” avesse tali abitudini. “Stiamo parlando non solo di un santo ma di un gigante, di uno statista, di un pastore, di un profeta. Per me è stata una sofferenza enorme. Non è pensabile e direi che anche l’ho trovato grave anche solo insinuarlo”, ha affermato ai microfoni dell’emittente della CEI.
Quanto alle presunte uscite del Papa polacco la sera, Giani ha detto: “Sinceramente mi viene da sorridere. È chiaro che il Vaticano è così piccolo che le uscite sono quelle, non è che ci sono le condotte sotterranee… Quindi mi viene da sorridere pensare che il Papa potesse uscire senza che lo sapessero almeno le persone che dovevano saperlo. Se il Papa esce, chi lo deve sapere lo sa”