“Per molti è la prima volta”, racconta don Maurizio Penna incaricato per la pastorale giovanile della diocesi piemontese. “Nel gruppo ci sono anche due ragazzi di Betlemme, che ci ricordano cosa significa vivere la fede dove i cattolici sono una minoranza”
Eugenio Bonanata e Giovanni Orsenigo – Città del Vaticano
Sono circa 120 i ragazzi della Diocesi di Alba arrivati a Lisbona. Il loro viaggio, effettuato in pullman, si è aperto e si chiuderà con due tappe significative: la prima a Lourdes e la seconda presso Basilica della Sagrada Familia, a Barcellona. “Una scelta per sottolineare la tematica mariana”, spiega a Telepace don Maurizio Penna incaricato per la pastorale giovanile della diocesi piemontese. “La Gmg – prosegue – non è una vacanza, ma un pellegrinaggio, un viaggio insieme ad altri ragazzi cattolici del mondo e al Papa. E i nostri ragazzi lo hanno capito fin da subito”. Non hanno alcuna pretesa e sono ben preparati all’idea di uno stile spartano per quanto riguarda alloggi, pranzi e pernottamenti. Ma al primo posto c’è senza dubbio l’entusiasmo legato alla possibilità di incontrare Francesco a Lisbona. “Per molti è la prima volta”, dice ancora il sacerdote precisando che “tutti sanno benissimo che lo vedranno solo a distanza come un puntino bianco sulla macchina o sul palco. Però, nonostante tutto, ognuno riesce a sentirlo molto vicino per il suo linguaggio semplice e soprattutto per i suoi gesti”.
Del gruppo degli albesi fanno parte anche due giovani di Betlemme, giunti nei giorni scorsi nella cittadina nell’ambito di un gemellaggio voluto dal vescovo monsignor Marco Brunetti. “Per noi è un valore aggiunto considerevole perché – spiega don Maurizio – questi due ragazzi ci stanno raccontando cosa significa vivere la fede in una parte del mondo dove i cattolici sono una minoranza”. Anche questo confronto è di fondamentale importanza per la crescita dei ragazzi, i quali partecipano alla Gmg con i nonni e gli anziani nel cuore come chiesto dal Papa.
Una esortazione che assume un connotato particolare per Alba, visto che questo territorio ha dato i natali alla nonna di Francesco (la famosa nonna Rosa, che venne battezzata nella chiesa di San Massimo di Piana Crixia). “Questo fatto ci aiuta”, dice don Maurizio che per un paio di anni è stato viceparroco in quelle zone. “Nella dimensione umana del Santo Padre e nella sua storia – aggiunge – vediamo una comunanza di valori, gli stessi che molti nonni trasmettono ai propri nipoti”.
L’auspicio di don Maurizio è che l’incontro mondiale di Lisbona rappresenti un seme per i giovani. “Di certo – conclude – la Gmg non finisce con la messa del Santo Padre di domenica prossima che, grazie a Dio, costituisce la rampa di lancio per continuare a riflettere sui contenuti”.