A Mola di Bari entra nel vivo il Festival “Eternamente”. A dare avvio all’evento la celebrazione eucaristica dell’arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto che ha accolto la reliquia di don Pino Puglisi: “Educare all’onestà facendo riferimento alla sua figura significa rimettere al centro il senso della vita”
Gianmarco Murroni e Andrea De Angelis – Mola di Bari
Un contesto difficile, dove la criminalità si insinua nella maniera più subdola, mettendo alla prova la vita di tanti ragazzi. L’arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, descrive così la situazione che oggi devono affrontare tanti giovani, alla ricerca di una vita migliore e di una possibilità di futuro. Il vescovo è stato ospite nella prima giornata del festival “Eternamente” a Mola di Bari, la manifestazione che riunisce tanti ragazze e ragazzi nella città pugliese per testimoniare insieme la voglia di legalità. Per l’occasione la chiesa del Sacro Cuore ospiterà la reliquia di don Pino Puglisi. “Parlare di legalità oggi significa soprattutto educare, come ha cercato di fare don Pino, a una responsabilità personale che segni la libertà dei singoli ma anche di una comunità – spiega monsignor Satriano – Il significativo che questa reliquia, bagnata con il sangue del Beato Puglisi, ci insegna a fare della nostra vita un dono. Educare alla legalità facendo riferimento alla sua figura significa proprio rimettere al centro il senso della vita”.
I problemi dei giovani
“Il festival riunisce qui a Mola di Bari tanti giovani, che di anno in anno si trovano sposando un tema di fondo molto importante, quello della legalità – continua l’arcivescovo di Bari-Bitonto – Questo perché viviamo in contesti piuttosto difficili, dove la criminalità si insinua nelle maniere più strane e più subdole”. Come, ad esempio, Internet, che per monsignor Satriano rappresenta una grande risorsa e opportunità, “ma rischia di diventare, nella solitudine di ciascuno, un momento di grande fatica, con il pericolo di essere adescati e coinvolti in situazioni non belle. Credo che educare i nostri giovani a questa opportunità sia qualcosa di importante che la Comunità Frontiera e la Città dei Ragazzi stanno portando avanti, insieme alle parrocchie della città”.
Bari porta per l’Oriente
Monsignor Satriano ritorna, poi, sulle parole di Papa Francesco, che durante l’incontro con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente nel 2018 definì Bari la “porta verso l’Oriente”: “Quello che il Papa ha cercato di far cogliere è che dobbiamo abitare la logica della porta che è uno spazio intermedio, uno spazio dove si entra e si esce. Da sempre l’oriente è rivolto verso Bari. La figura di San Nicola diventa sintesi di questo percorso storico ed ecumenico. Ma parlare di una porta verso l’Oriente, oggi più che mai, in questo contesto ferito dalla guerra, indica l’assunzione di responsabilità che la storia di Bari deve prendere su di sé per cercare di essere ancora uno snodo tra popoli, perché si avviino e proseguano quei percorsi di pace che da sempre hanno caratterizzato il capoluogo pugliese”.
La speranza del futuro
Nonostante le difficoltà, per monsignor Satriano rimane fondamentale coltivare la speranza: “La speranza per noi, soprattutto dopo i vari passaggi che Bari ha fatto, è ridare senso a quello che stiamo vivendo, riacquisire un orizzonte di luce. Oggi avere speranza significa riconquistare il senso della vita attraverso Gesù Cristo, attraverso i valori del Vangelo, attraverso una vita che diventi veramente un ponte di relazione e che restituisca opportunità di futuro ai nostri ragazzi”. E conclude: “Un mondo adulto, cieco e ottuso ha rubato il futuro a questa generazione più giovane: dare speranza significa restituire futuro”.