Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Una presenza che indica appartenenza, ma anche servizio. Quello svolto dagli studenti al padiglione dell’Italia e della Santa Sede, con al centro la comunicazione, social compresi. Sedici studenti dell’istituto Universitario Salesiano di Venezia, insieme al direttore don Nicola Giacopini, hanno partecipato il 18 gennaio all’evento organizzato dalla Rus, Rete delle Università Sostenibili, a Expo Dubai 2020 nell’ambito della Global Goals Week.
Ecologia integrale e sostenibilità
Il Forum che si è tenuto questa settimana all’Expo di Dubai, dal titolo “Universities in action for the Un 2030 Agenda”, è stato organizzato dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile in collaborazione con il Padiglione Italia e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile (ASviS) nella vetrina internazionale del Padiglione Italia. Ecologia integrale, la comunicazione social legata alla sostenibilità e installazioni nell’ambito della visual green communication sono solo alcuni modi con cui i giovani studenti dell’Istituto salesiano hanno dato forma alla loro presenza. A Dubai è presente anche Cube Radio con il direttore don Marco Sanavio e gli studenti collaboratori, per divulgare i temi cari all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
Cambiare gli stili di vita
Nell’intervista con Radio Vaticana – Vatican News, don Nicola Giacopini sottolinea come i giovani siano al tempo stesso entusiasti di questa esperienza a Dubai, ma anche critici nei confronti dei modelli di sviluppo. Si chiedono, ad esempio, quali siano i diritti degli operai locali e al tempo stesso imparano a confrontarsi con altre culture, come accade in ogni Expo.
Da dove nasce l’idea di recarsi a Dubai?
Noi, assieme alle altre realtà salesiane, facciamo parte delle Università Laudato si’, appartenenti al progetto, alla spinta propulsiva che Papa Francesco ci ha dato con quell’enciclica. In particolare, noi siamo al secondo dei tre anni del progetto “Ecologia integrale – Nuovi stili di vita”, che potremo definire di conversione del nostro Istituto. Qui siamo presenti con gruppi di studenti dei nostri dipartimenti, per dare un contributo specifico. Ad esempio nell’area della comunicazione sia da un punto di vista social che visual, al padiglione della Santa Sede e a quello italiano. E anche altri ragazzi che fanno parte del team leader, chiamato green team, in rappresentanza di tutti i nostri studenti.
Cosa si intende quando parliamo di Università sostenibili?
Si potrebbe pensare che siano quegli Atenei che attuano scelte precise riguardo al riciclo, alla mobilità sostenibile, senza dimenticare il cibo, l’energia. Mettersi cioè in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Questo sicuramente sì, ma ancor di più vuol dire aiutare gli studenti, ma anche noi docenti, a cambiare mentalità, non vedere la realtà come un qualcosa di cui fruire, ma della quale siamo parte. Questa è la conversione ecologica di cui parla Papa Francesco ed in questo l’Università ha un ruolo anche formativo e culturale. Quando ci invita a sentire il grido della Terra, il grido dei poveri, il Papa ci chiede di prendere sul serio la sostenibilità. Non possiamo vivere senza tenere conto dell’aspetto ambientale e sociale, tutti siamo chiamati a prenderci cura. Una sfida cruciale per i giovani del presente e del futuro che passa anche attraverso le loro professioni e siamo contenti che Francesco ce l’abbia lanciata.
C’è un aneddoto di questi giorni che vuole raccontarci, come stanno vivendo questa esperienza i giovani?
Si, c’è un aneddoto che risale a ieri, quando in una visita guidata a Dubai ed abbiamo visto lo sviluppo incredibile negli ultimi decenni. Poi abbiamo notato, dal pullman, una cinquantina di operai che smontavano dal turno di lavoro, che consiste nel costruire un grande edificio, di quelli di 80 piani, per intenderci. Uno studente mi ha fatto notare con attenzione questo, invitandomi a riflettere su quali siano i costi di questo sviluppo. Sì, devo dire che mi ha fatto riflettere, come spesso – ci diceva don Bosco – ci portano a fare i giovani.