Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Le tasse sono compensi che si devono corrispondere allo Stato o a un altro ente pubblico come controprestazione di un determinato servizio. “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche – afferma la Costituzione italiana – in ragione della loro capacità contributiva”. Ma è veramente giusto pagare i tributi? A questa domanda, posta da alcuni farisei, Gesù risponde con la richiesta di poter vedere una moneta. “Questa immagine e l’iscrizione – chiede il Signore – di chi sono?”. Sono di Cesare, rispondono i farisei. “Rendete a Cesare – afferma allora Gesù nel Vangelo di Matteo – quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
Rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto
Nella Bibbia, come ha ricordato nella giornata del 31 gennaio Papa Francesco incontrando una delegazione dell’Agenzia delle Entrate, non mancano riferimenti al tema delle tasse, come quello relativo alla vocazione di Matteo, immortalata da Caravaggio nel momento in cui “Gesù stende la mano e lo chiama”: da quell’istante la vita di quel pubblicano, che era “aggrappato ai soldi”, “è illuminata e riscaldata dalla presenza di Cristo”. “La Bibbia – ha spiegato il Papa – non demonizza il denaro, ma invita a farne l’uso giusto”. L’indicazione di San Paolo ai cristiani è sempre attuale: “Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi si devono le tasse, date le tasse; a chi l’imposta, l’imposta”. “Pagare le tasse – ha inoltre affermato Papa Francesco all’Angelus del 18 ottobre del 2020 – è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato”.
L’esigenza morale del versamento delle imposte
Nel Catechismo della Chiesa cattolica si sottolinea che “la sottomissione all’autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l’esigenza morale del versamento delle imposte, dell’esercizio del diritto di voto, della difesa del Paese”. “I cristiani abitano nella propria patria, ma come pellegrini; partecipano alla vita pubblica come cittadini, ma da tutto sono staccati come stranieri […]. Obbediscono alle leggi vigenti, ma con la loro vita superano le leggi […]. Così eccelso è il posto loro assegnato da Dio, e non è lecito disertarlo”.
Il sistema fiscale sia equo
Pagare le tasse è un dovere a cui si aggiunge – come sottolinea padre Gianpaolo Salvini nell’articolo del 2006 per “Civiltà Cattolica” e intitolato “Sistema fiscale ed etica” – un altro imperativo: quello, in uno Stato moderno, “di rendere il sistema fiscale più equo e di mostrare chiaramente come il denaro pubblico venga speso a favore del bene comune”.” Il denaro sottratto all’erario in uno Stato è denaro sottratto a tutti i cittadini, ai quali lo Stato non può rendere i servizi dovuti e, in particolare, ai ceti più poveri, cosa del resto che già sostenevano i Padri della Chiesa”.
La raccolta fiscale sia strumento di solidarietà
Nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa si ricorda infine che “la raccolta fiscale e la spesa pubblica assumono un’importanza economica cruciale per ogni comunità civile e politica: l’obiettivo verso cui tendere è una finanza pubblica capace di proporsi come strumento di sviluppo e di solidarietà”. “La finanza pubblica – si legge ancora nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa – si orienta al bene comune quando si attiene ad alcuni fondamentali principi: il pagamento delle imposte come specificazione del dovere di solidarietà; razionalità ed equità nell’imposizione dei tributi; rigore e integrità nell’amministrazione e nella destinazione delle risorse pubbliche”. Nel ridistribuire le risorse, la finanza pubblica deve dunque “seguire i principi della solidarietà, dell’uguaglianza, della valorizzazione dei talenti, e prestare grande attenzione a sostenere le famiglie, destinando a tal fine un’adeguata quantità di risorse”.