Si è aperto in Tanzania il secondo Workshop dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche, dedicato a tutte coloro vivono in un’Africa ancora martoriata da violenza e discriminazione. La Coordinatrice del Progetto, Ana Martiarena: “Con l’ascolto l’una dell’altra cerchiamo di trasformare le vite”
Emanuela Prisco – Città del Vaticano
Dare visibilità e voce alle donne soprattutto quelle più vulnerabili e indifese è uno degli obiettivi dell’incontro apertosi oggi, e fino al 6 luglio, a Dar es Salaam, in Tanzania, dal titolo “African Network against Violence and Discrimination of Women. First steps”. Si tratta del secondo workshop realizzato dall’ Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (UMOFC) che, attualmente, coinvolge 10.680 donne, ascoltando le loro storie, dando ad ognuna un volto e una dignità.
L’invisibilità di chi soffre
Questo incontro di 4 giorni, racconta a Vatican News – Radio Vaticana, Ana Martiarena, la Coordinatrice del Progetto, mette al centro le donne che soffrono violenza e discriminazione, persone fragili che possono apparire “invisibili” perché hanno una storia fatta di sofferenza, ferite, dolore ma anche di conquiste. In Tanzania sono riunite 60 donne, tra laiche e religiose, che fanno parte dell’Osservatorio Mondiale delle Donne, provenienti da 22 Paesi dell’Africa, donne che sono definite “esperte” per essere a stretto contatto con la realtà di questi Paesi e che, nel corso degli anni, grazie all’ ascolto, hanno contribuito ad ottenere risultati importanti sia nei Paesi africani sia nelle loro istituzioni. Violenza domestica, economica e mancanza di accesso all’ educazione sono piaghe che le donne vivono sin dall’infanzia e che sono al centro di questo progetto, iniziato nel 2022 e che ha tra gli obiettivi quelli di fare rete e di dare voce e visibilità alle vittime.
Fare rete per combattere la violenza
Ana Martiarena è convinta che questo evento sia molto importante e che sarà una bella occasione per combattere la violenza e la discriminazione in Africa, un’opportunità per invitare organizzazioni, istituzioni e singoli individui ad unirsi alla rete, ad altre organizzazioni, così che ognuno possa contribuire con il proprio lavoro e soprattutto con le proprie conoscenze. Secondo le voci ascoltate dall’ UMOFC, le stesse donne hanno chiesto di “fare rete” per unire e sostenere questo progetto che vuole migliorare e crescere insieme.
Il sostegno della Chiesa
La Chiesa è da sempre molto vicina alle donne africane attraverso le buone pratiche, la testimonianza e ascoltando ogni storia singolarmente, dando ad ogni donna il suo valore, e dignità. L’UMOFC, che guarda all’attività della Chiesa per imparare ad ascoltare e aiutare, chiede alla Chiesa stessa di essere ascoltata, rendendosi utile per lavorare insieme e dare visibilità a questo progetto e rafforzare, in questo modo, la rete già presenti nei singoli Paesi. “A questo incontro a Dar es Salaam – conclude Ana Martiarena – l’una ascolterà la realtà dell’altra, con l’obiettivo di trasformare le vite, possiamo così sintetizzare questi giorni”.