Chiesa Cattolica – Italiana

Le catacombe, catechesi alla speranza e percorso di pace

Ritorna la Giornata delle catacombe, giunta alla 6° edizione, e da quest’anno anche in versione primaverile. La proposta della manifestazione è quella di approfondire il significato delle sue immagini e dei suoi simboli che parlano sempre di vita e di speranza, con percorsi di cultura, arte ma soprattutto di fede, questa volta dedicati a un tema particolarmente urgente: la pace, con la speranza che rifiorisca presto

Maria Milvia Morciano e Debora Donnini – Città del Vaticano

È ispirato a un’immagine dinamica e serena insieme, al bisogno pressante e ineludibile della concordia tra gli uomini, il tema della 6a Giornata delle Catacombe: “Percorsi di pace” – Edizione Primavera, progetto della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che si svolge oggi 18 marzo presso le sette catacombe normalmente aperte al pubblico. Sarà possibile visitare gratuitamente, previa prenotazione, le catacombe di San Callisto, San Sebastiano, Domitilla, Priscilla, Sant’Agnese, Santi Marcellino e Pietro e San Pancrazio. Monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ne parla con Radio Vaticana Italia e Vatican News.

Questa giornata è, come per le altre edizioni, ricca di incontri, approfondimenti, laboratori per bambini, concerti. La celebrazione liturgica sarà presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi. Ce ne può parlare? Qual è il suo fine?

Come le altre giornate, si tratta di aprire gratuitamente le catacombe normalmente accessibili al pubblico. C’è la novità di una giornata anche all’inizio della stagione primaverile, così da rilanciare questa meta così importante e invitare a includerla negli itinerari dei pellegrinaggi e delle visite a Roma. Abbiamo dato una connotazione particolare, “Percorsi di pace”, proprio per evidenziare il tema della pace che è sempre presente nelle catacombe, sia attraverso le iscrizioni sia attraverso i tanti simboli. Questo è anche un piccolo nostro contributo per aderire a quel desiderio del Papa di vedere fiorire la pace quanto prima nella nostra Europa, a cominciare dall’Ucraina.

Vorrei soffermarmi anche su questo aspetto dei laboratori per i bambini…

Sono previsti dei laboratori soprattutto presso le catacombe di Marcellino e Pietro, nei quali si ritroveranno i bambini insieme agli educatori per imparare a riprodurre i graffiti e gli affreschi dell’antichità. I modelli da copiare saranno i simboli di pace presenti nelle catacombe: dalla colomba, al ramoscello d’ulivo, all’orante e così via. Praticamente i bambini ripeteranno quei gesti antichi compiuti dagli antichi fossori, cioè gli artigiani che lavoravano nelle catacombe, e in un certo modo potranno immedesimarsi in quell’esperienza compiendo anche loro un percorso di pace attraverso quei simboli, quelle immagini, potendo riflettere proprio sulla pace che auspichiamo tutti.

Come per tutti i cristiani, è importante anche per i bambini coinvolgersi, conoscere le catacombe e il loro mondo. È importante, educarli a leggere, a decodificare quel mondo sconosciuto delle catacombe, dove ci sono quei graffiti, quei segni che io definisco simili a Tweet dell’antichità cristiana: sono messaggi semplicissimi, essenziali, però capaci di portare con sé un messaggio profondissimo di speranza, di pace, di condivisione, di fratellanza. I bambini, attraverso i loro giochi, attraverso i laboratori, entrano proprio nell’esperienza della prima comunità cristiana e toccano con mano quelle che sono le radici cristiane, il primo annuncio della comunità cristiana di Roma.

Ci saranno anche altre occasioni per loro, ad esempio delle visite?

Ci saranno delle visite, dei momenti di gioco, delle illustrazioni eseguite proprio apposta per loro e adeguate al loro linguaggio. Da una parte i genitori, da una parte i bambini, cerchiamo di coinvolgere soprattutto le famiglie e i giovani ad affezionarsi a questi luoghi che rappresentano non solo le radici della comunità cristiana, ma anche una sorgente di creatività, di speranza, di fiducia che è importantissimo anche per il nostro presente.

Le catacombe ci riportano alla vita delle prime comunità cristiane a Roma. Erano cimiteri il cui quadro iconografico mette sempre in risalto il senso della vita dopo la morte che entra nel significato della risurrezione. Come viene sottolineato tutto questo attraverso le immagini e le iscrizioni?

Le immagini, soprattutto gli affreschi, ma anche i rilievi dei sarcofagi, le iscrizioni e i graffiti parlano sempre di speranza, parlano sempre di vita. Credo che anche in questo momento di preparazione alla Pasqua, nel cammino quaresimale si inserisca molto bene questa che si rivela una vera e propria catechesi alla speranza, alla vita che si apre grazie alla risurrezione di Cristo, tutto espresso attraverso un linguaggio semplicissimo, essenziale, che chiunque può comprendere e capire. Nell’itinerario quaresimale si inserisce questo percorso di pace, di speranza, attingendo proprio alle radici cristiane della nostra città, nel centro della cristianità che è Roma.

Locandina della 6a Giornata delle Catacombe

In particolare quest’anno le protagoniste sono le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro e di San Pancrazio. Iniziamo ad approfondire la storia di queste catacombe, legate tra l’altro ad un complesso particolare…

Abbiamo il complesso costituito dalle catacombe, che sono preziosissime, ricchissime soprattutto di attrezzi che sono stati recentemente restaurati. E poi c’è il Mausoleo di Elena, che è un monumento estremamente importante, nel quale c’è un piccolo ma significativo museo. Il tutto si trova in un contesto periferico al quale portiamo il nostro contributo in modo che quel territorio, possa riqualificarsi, possa ritrovare anche il proprio orgoglio di città e di comunità cristiana. Da una parte le Catacombe di Marcellino e Pietro sono sorte proprio sulle tombe dei due martiri, dei quali uno era un esorcista, l’altro un sacerdote. Abbiamo voluto valorizzare le catacombe di San Pancrazio per cui a turno la celebrazione si svolge in uno dei nostri siti. Quest’anno la celebrazione eucaristica, sarà presieduta ancora una volta dal cardinale Ravasi, si svolgerà proprio nella splendida, bellissima Basilica di San Pancrazio, dalla quale si accede alle piccole ma anche importanti catacombe sottostanti.

Monsignor Iacobone, quali sono le sfide oggi della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra? Negli anni scorsi abbiamo parlato molto di Giovanni Battista De Rossi, c’è stata una evoluzione? Quali sono i progetti per il futuro?

Le sfide sono sempre presenti. Ad esempio la manutenzione delle catacombe richiede una attenzione continua, perché le frane, le radici creano problemi, provocano infiltrazioni che bisogna monitorare per mantenere continuamente attivi i percorsi. E poi abbiamo un patrimonio infinito di affreschi, di rilievi da restaurare e da riportare alla luce. Infine all’orizzonte si profila la sfida del Giubileo e noi vorremmo allargare quanto più possibile l’offerta di nuovi siti catacombali per i pellegrini che verranno a Roma per il Giubileo del 2025. Siamo praticamente alla vigilia del Giubileo e vorremmo programmare tutta una serie di attività, così chi verrà a Roma potrà visitare nuove catacombe e accedere a nuovi siti.

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