Le rappresentanti diplomatiche per la Santa Sede hanno partecipato all’udienza generale indossando un indumento arancione in adesione alla campagna “Orange the World”, istituita nel 1991 dall’Unesco e rilanciata da UnWomen. Presente in Aula Paolo VI anche María Lía Zervino, presidente dell’UMOFC, per dare visibilità alle situazioni di sofferenza delle donne. Dal Messico è giunto don Carlos Rivera per illustrare al Pontefice la drammatica situazione dei migranti di Sud e Centro America
di Fabrizio Peloni
L’arancione – colore scelto come simbolo di un mondo senza violenza contro le donne – ha caratterizzato l’udienza generale nell’Aula Paolo VI. Le ambasciatrici presso la Santa Sede, incontrando stamattina Papa Francesco, hanno indossato almeno un indumento arancione in adesione alla campagna “Orange the World”, istituita nel 1991 dall’Unesco e rilanciata da UnWomen, l’ente delle Nazioni Unite che lavora per favorire il processo di crescita e sviluppo della condizione delle donne.
No alla violenza sulle donne in ambito domestico
Obiettivo della campagna – tra sabato scorso, 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e domenica 10 dicembre, Giornata per i diritti umani – è «sensibilizzare le comunità al totale abbattimento della violenza sulle donne in ambito domestico, negli spazi pubblici, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, così come nel mondo digitale, all’interno del fenomeno migratorio o nei contesti di guerra. Perché privare le donne e le ragazze della libertà significa infatti privare il mondo della libertà». Inoltre «le emergenze, le crisi e i conflitti globali hanno ulteriormente intensificato gli episodi di violenza contro le donne, esacerbando fattori scatenanti e di rischio».
L’iniziativa di stamane è stata promossa dall’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Florence Mangin, che ha messo in rilievo l’impegno diplomatico, internazionale, per affrontare la questione. E ha rilanciato quanto dichiarato recentemente dal ministro per l’Europa e gli Affari Esteri francese, Catherine Colonna, sul «totale sostegno a quei Paesi che difendono i diritti delle donne come parte della loro diplomazia, e sulla “tolleranza zero” nei confronti della violenza contro le donne e dell’impunità dei loro autori». Con una forte mobilitazione — ha aggiunto Mangin — affinché «la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul, possa essere ratificata universalmente».
Proprio per agevolare un confronto tra gli Stati, l’ambasciata di Francia presso la Santa Sede ha organizzato per venerdì 1° dicembre una tavola rotonda in cui le rappresentanti diplomatiche presenteranno progetti dei rispettivi governi, o di associazioni nazionali, volti proprio a contrastare la violenza sulle donne.
Dare visibilità alla sofferenza delle donne
Insieme con le ambasciatrici, era presente all’udienza María Lía Zervino, presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche e dell’Osservatorio mondiale delle donne. Dare visibilità alle situazioni di sofferenza delle donne, ha affermato, «è fondamentale per cambiare ed elevare le coscienze, per prevenire nuove situazioni di violenza». Un forte esempio in tale senso, ha proseguito Zervino, «lo ha dato proprio il Santo Padre, che ha voluto al suo fianco molte collaboratrici donne e che, nel primo Giovedì Santo del suo pontificato, si è inginocchiato per lavare i piedi di due detenute».
Gli artisti del Circo
A sfoggiare tanti altri colori davanti al Papa stamane hanno pensato i giovani artisti circensi dell’Italian Circus Talent Festival, giunto alla seconda edizione, in programma a Roma da domani, 30 novembre, al 4 dicembre. Prima del saluto del Pontefice ai fedeli di lingua italiana, giocolieri, acrobate, clown, artisti ed artiste delle più rinomate famiglie circensi italiane si sono esibiti mettendo in pratica quella dimensione umana che il Papa, nel ringraziarli, ha definito «mistica del gioco», raggiungibile grazie a ore di duro allenamento quotidiano.
Fabrizio Montico, direttore artistico del Festival, ha riaffermato il carattere universale del circo, mettendo in evidenza la presenza, in particolare, di una delegazione del famoso circo di Kyiv e di quello ungherese.
Dal Messico per i migranti
Dal Messico, don Carlos Rivera è venuto all’udienza generale per illustrare al Papa la drammatica situazione dei migranti — provenienti da Haiti, Venezuela, Colombia, Guatemala, Honduras e altri Paesi — in molte città messicane, e a El Paso in Texas. Numerosi centri di accoglienza, denuncia in particolare il sacerdote, «sono sopraffatti a causa dell’elevato afflusso di persone in movimento che dal Guatemala passano in Messico per raggiungere il confine statunitense».
In prossimità dell’Avvento, hanno partecipato all’udienza circa 300 allievi della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza a L’Aquila, accompagnati dal cappellano militare don Luca Giuliani. Accanto a loro, una folta delegazione dei militari dello Stato maggiore della Brigata “Aosta”, impegnata nell’operazione “Strade sicure” per la sicurezza della città di Roma.