Vatican News
Il ruolo che i pagamenti digitali effettuati tramite le piattaforme Blockchain e l’uso non regolamentato delle criptovalute giocano riguardo al traffico dei migranti: è su questo tema che la Missione Permanente della Santa Sede è intervenuta indirizzando una dichiarazione al presidente del Gruppo di lavoro UNODC sul traffico dei migranti riunito oggi a Vienna.
“Mentre alcune piattaforme online – si legge nel testo – obbligano i loro clienti (mittenti e beneficiari di rimesse) a identificarsi, alcune piattaforme di criptovalute e fornitori di servizi di beni virtuali non richiedono l’identificazione dei loro clienti”. E questo, si osserva, non fa che aumentare “le opportunità per il riciclaggio di denaro e crimini simili”.
Le catene criminali che utilizzano il web
Molti migranti lungo la rotta balcanica, si legge ancora nella dichiarazione, “accettano le promesse dei contrabbandieri su internet e spesso cadono vittime di catene criminali di traffico”. E costata che i social e il web, sia quello in superficie, sia il dark web, siano strumenti di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) ampiamente utilizzati “per facilitare il reclutamento e il trasporto nel traffico di migranti” verso i Paesi europei, che poi vanno incontro a situazioni di sfruttamento. A fronte di una tecnologia usata per fini malvagi, ci sono però anche diversi strumenti tecnologici, sviluppati dalle forze della polizia, dalla società civile e dalle organizzazioni religiose, “che permettono alle persone di dotarsi di conoscenze sui rischi del contrabbando e forniscono mezzi attraverso i quali segnalare possibili casi”.
Le proposte per un uso più consapevole dei servizi internet
La Missione permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna avanza quindi alcune proposte quali ad esempio “lo sviluppo di soluzioni tecnologiche sicure”, l’introduzione di “meccanismi di identificazione dei beni virtuali al fine di aumentare la trasparenza e combattere le azioni illegali all’interno di questi servizi” , la promozione di “campagne di prevenzione sul contrabbando e iniziative per fermare il traffico di migranti e per rendere la migrazione più sicura, ordinata e regolare”. Infine, nel testo si sottolinea l’aspetto dell’educazione all’uso corretto dei beni virtuali, suggerendo l’avvio di “campagne di sensibilizzazione e programmi formativi specifici, sia a livello nazionale che internazionale, per contribuire alla prevenzione del contrabbando e alla protezione dei migranti, in particolare quelli in difficoltà”.