Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Per rispondere alla missione di garantire la qualità della formazione, l’Università ha bisogno del sale della conoscenza e di buon lievito per crescere nella ricerca”. È quanto ha affermato il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma, inaugurando l’anno accademico 2022-2023 della Lateranense, fondata nel 1773 da Papa Clemente XIV perché “dalla cattedra del Vescovo di Roma potesse diramarsi ed operare un’istituzione di formazione e ricerca a servizio della Chiesa universale”.
L’insegnamento non è una professione ma una missione
Il cardinale De Donatis, gran cancelliere dell’Ateneo pontificio, ha ricordato che oggi, 15 novembre, la Chiesa propone la figura di un grande Santo, Alberto Magno, “modello di capacità intellettuale” e di una vita in cui i talenti ricevuti sono posti al servizio degli altri “con sapienza e lungimiranza, ma soprattutto con grande umiltà”. “È l’umiltà – ha rimarcato il cardinale vicario – che ci rende credibili, che fa cadere steccati e può concorrere a costruire un mondo in cui le scienze, l’insegnamento e la formazione diventano altrettanti veicoli di fraternità”. L’umiltà, ha aggiunto De Donatis, è la “dote di colui che insegna, di colui che scruta il sapere alla ricerca di nuovi elementi e di rinnovate interpretazioni”. È la dote “di colui che non esclude il nuovo ed è capace di mettersi quotidianamente in gioco, abbandonando timori o falsa prudenza, sapendo che solo così può essere veramente docente ed educatore”. Un’opera, dunque, “che non è impegno, né professione, ma missione”. “Saremo formatori credibili solo se, con umiltà, sapremo orientare chi si avvicina a noi per conoscere, discernere, ricevere risposte”. “L’essere formatori – ha sottolineato infine il porporato – richiede tanta disponibilità ad ‘avere cura’, che è poi lo stile di Dio”.
Il diritto canonico è locus Ecclesiæ
Dopo il saluto del cardinale, il decano della Facoltà di Diritto Canonico, il professor Paolo Gherri, ha affrontato nella prolusione il tema “Persone e Diritto canonico: a 40 anni dal Codice rinnovato (1983-2023)”. “Il diritto canonico – ha sottolineato – è locus theologicus di livello molto marginale poiché svolge tale funzione solo relativamente alla definizione dei delitti canonici ed alla loro punizione; il diritto canonico rimane, invece, un primario ed ottimo locus Ecclesiæ, poiché in esso vanno a ‘condensarsi’ e diventano strutturali e spesso strutturanti gli elementi ed i fattori che la vita ecclesiale riconosce come importanti, sia nel bene che nel male, e che chiedono di essere ben individuabili e ben gestiti affinché la Chiesa sia sempre più quello che deve essere: l’esito ed il grembo della missione che Cristo le ha affidato”.
Un luogo dove coltivare sogni
“Il mio sogno è vedere l’Università del Papa come portatrice di un nuovo modo intendere la facoltà di teologia in particolare e la vita universitaria in generale, che testimoni veramente la diversità, senza dimenticarsi dell’unità… Che sia un luogo dove si possano coltivare i sogni”. È quanto ha affermato Rafaella Figueredo, studentessa della facoltà di teologia, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione. Dopo il suo intervento, ha preso la parola Paolo Topa, in rappresentanza del personale non docente della Lateranense. In questi ultimi anni, ha ricordato, molti eventi hanno provato “a rallentare involontariamente” il cammino dell’Università che, “nonostante una breve sosta per via della pandemia e dell’attuale emergenza umanitaria, ha sempre continuato il suo viaggio”. Un viaggio ora proteso “in un ambiente nuovo proiettato verso il futuro”.
Ripartire con slancio
L’atto accademico per l’inaugurazione dell’anno 2022-2023 si è concluso con il discorso del rettore, Vincenzo Buonomo. “Ripartire, con slancio: è questo lo spirito che abbiamo desiderato e stiamo vivendo nella nostra comunità universitaria lateranense. Il ritrovato entusiasmo fa vedere lontano, distanziandoci nella mente e nell’agire da spettri e sventure”. “Non si tratta semplicemente – ha spiegato Buonomo – di riaccendere i riflettori sulla presenza fisica, ma soprattutto di riscoprire come attraverso il sapere diventiamo generatori di nuovi percorsi, anche di forte o forzata velocità, che certamente toccano l’ambito universitario ma non si esauriscono nell’essere in aula, bensì nelle funzioni che della Universitas sono proprie”. “E così formazione, ricerca, interazione con il contesto in cui si opera diventano la nostra quotidianità, l’impegno per la qualità della vita ordinaria”.
Intercettare i segni dei tempi
Il legame della Lateranense con i Papi
Fin dalla fondazione della Lateranense, voluta da Papa Clemente XIV, la storia di questo Ateneo si intreccia con quella dei Papi. In particolare sono cinque gli alunni di questo ateneo saliti poi al soglio di Pietro: Pio IX, Benedetto XV, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI.