Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Un cammino di preparazione dei catecumeni al Battesimo. La Quaresima nasce con questa finalità attorno al IV secolo. Un periodo forte che la Chiesa propone ogni anno in vista della celebrazione della Resurrezione di Gesù. Rispondendo all’esigenza umana di “vedere l’opera di Dio”, l’arte sacra adempie alla chiamata a dare forma visibile e concreta a ciò che la liturgia propone. “Dal Concilio di Nicea II del 787 – spiega a Vatican News monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la Cultura e l’Università del Vicariato di Roma e autore del libro “La Parola si è fatta carne non libro” edito da San Paolo – raffigurare il Cristo nelle opere d’arte è stato dichiarato conforme alla verità dell’Incarnazione. Le immagini per la Chiesa sono divenute obbligatorie, perché a volte per parlare di Dio aiuta di più vedere un’immagine che non tante parole”.
I “misteri”
L’immagine cristiana è legata all’evento di Dio che in Gesù ha preso un volto. L’arte sacra ha da sempre associato le feste liturgiche ai “misteri” o episodi della vita di Cristo. Interi cicli pittorici seguono infatti fedelmente ciò che propone la liturgia. Pensando alla Quaresima, monsignor Lonardo cita ad esempio gli affreschi dell’Abbazia campana di Sant’Angelo in Formis, XI secolo, fedeli nella successione delle scene dipinte agli episodi evangelici proposti dalla liturgia nelle domeniche che precedono la Pasqua.
Arte e liturgia
“L’arte rappresenta ciò che la liturgia vive. Si parte dall’episodio delle tentazioni con la grande domanda posta a Gesù dal diavolo: Tu sei Figlio di Dio? Si prosegue con la Trasfigurazione e poi con la Samaritana al pozzo, la guarigione del cieco nato e la resurrezione di Lazzaro. Tutti episodi tratti dal Vangelo di Giovanni, usato fin dalla Chiesa antica per la formazione dei catecumeni”.
Le ceneri
Ma perché il rito dell’imposizione delle Ceneri con cui si apre la Quaresima non trova diffusione nell’iconografia cristiana? “Il Mercoledì delle Ceneri – risponde monsignor Lonardo – non è rappresentato perché non è un episodio della vita di Cristo, ma è un insegnamento di Cristo. L’arte si è incentrata più che sulle parole che Cristo ci ha detto, sulla vita di Cristo, sui misteri di Cristo”.
Preghiera, digiuno, elemosina
Preghiera, digiuno ed elemosina sono i compagni di viaggio del cammino quaresimale: azioni richiamate con forza dalle sette opere di misericordia rappresentate nell’arte svariate volte, ma associate nell’immaginario collettivo al capolavoro di Caravaggio conservato a Napoli.
Le opere di misericordia
“La tela – ricorda il Direttore del Servizio Cultura del Vicariato di Roma – fu dipinta per il Pio Monte della Misericordia, istituzione fondata nel 1602 da sette laici napoletani che si offrirono alla Madonna per poter vivere la propria vita nella carità. Caravaggio rappresenta la Madonna, colei alla quale si votavano questi laici, uomini e donne. In cinque figure sono identificate le sette opere di misericordia. San Martino di Tours che veste gli ignudi e visita i malati; un oste che accoglie un pellegrino che ha la conchiglia di Santiago di Compostela, ad evidenziare il valore del pellegrinare della Chiesa alla ricerca del volto di Dio; un chierico con una torcia seppellisce i morti; Sansone riceve l’acqua da Dio e beve con una mascella d’asino; infine il visitare i carcerati e sfamare gli affamati sono resi da Caravaggio attraverso l’episodio classico desunto dalla Caritas Romana dell’anziano Cimone agli arresti, condannato a morire di fame, a cui la figlia Pero offre il latte dal seno”.
Tempo di carità
“Comprendiamo quindi che la Quaresima è tempo di carità, incontro con il povero e il bisognoso. Con il digiuno impariamo a rinunciare per fare spazio; con la carità a donare al fratello; con la preghiera scopriamo che non di solo pane vive l’uomo”. Monsignor Andrea Lonardo sottolinea infine il valore dato dalla Chiesa alle sette opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Sono opere che, per certi aspetti valgono ancora di più, di quelle corporali”, in modo speciale in questo tempo di Quaresima.