L’arcivescovo di Cordoba, futuro cardinale: pronto a continuare ad amare e servire

Vatican News

Il gesuita monsignor Angel Sixto Rossi è uno dei 21 porporati che il Papa creerà nel Concistoro del 30 settembre prossimo. Rivelando il suo stupore per questa scelta del Pontefice, il presule argentino dice di accettare questa responsabilità con la consapevolezza di “assumere una nuova missione per accompagnare” il Santo Padre e la missione della Chiesa universale. Poi esprime la gioia di condividere la berretta cardinalizia con due connazionali

Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano 

“È stata una sorpresa!”. Con questa frase, pronunciata di getto, monsignor Ángel Sixto Rossi, gesuita arcivescovo di Córdoba (Argentina), rivela tutto il suo stupore all’annuncio di Papa Francesco all’Angelus del 9 luglio per la porpora che riceverà nel Concistoro del prossimo 30 settembre. Si dice “meravigliato” il futuro porporato, con voce serena, a colloquio con i media vaticani. “Si suppone che si sia pronti, quindi eccoci qua”. Soprattutto il futuro nuovo cardinale esprime la gratitudine al Papa per la fiducia dimostratagli e alla gente che gli ha manifestato grande affetto. “Si è sempre grati per questo e si spera di essere all’altezza delle aspettative”, dice.

Insieme a due connazionali

“Ciò che è proprio dell’essere cardinale è poter accompagnare, aiutare il Santo Padre nel suo governo, in qualsiasi modo si possa”, aggiunge Rossi. È felice, continua, di condividere la berretta cardinalizia con due connazionali che si distinguono per il loro servizio alla Chiesa. Uno di questi è monsignor Víctor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata e neo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, che descrive come “un uomo di Dio, con un pensiero molto chiaro della Chiesa”, e “una forza profetica”. Di padre Luis Carlos Dri, cappuccino di 96 anni che continua a confessare ininterrottamente nel Santuario della Madonna di Pompei e a cui il Papa è particolarmente legato, monsignor Rossi parla come di “un uomo santo”, con “grande buon senso, umiltà, gioia, misericordia”. “In qualche modo, segnano i sentimenti di Papa Francesco”, afferma, dicendosi “molto ben accompagnato da loro”.

Nuova forma di servizio

Ispirato dal motto episcopale, “In tutto amare e servire”, che fa riferimento alla sua spiritualità ignaziana, l’arcivescovo di Cordoba sostiene che il cardinalato è una “nuova forma di servizio” che Dio gli chiede in questo momento. La stessa frase del motto è anche ciò che guida il lavoro della Fondazione Manos Abiertas, nata nel 1992 nella città di Villa de Mayo a Buenos Aires su iniziativa di un gruppo di amici volontari che, consigliati e guidati dallo stesso arcivescovo, hanno iniziato a distribuire cibo e vestiti alle persone più vulnerabili della zona.

Lo sguardo al Sinodo e alla realtà argentina

Un lavoro che prosegue, mentre Rossi sta già organizzando la sua agenda perché dopo il Concistoro resterà a Roma per partecipare alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema della sinodalità. Il presule, tuttavia, rimane con lo sguardo concentrato sulla realtà argentina, nel periodo pre-elettorale: a tal proposito, rivendica la necessità che ogni cittadino contribuisca dal proprio posto alla costruzione di un Paese migliore: “Come dice il Papa, ne usciremo tutti insieme”.