L’arcivescovo del capoluogo abruzzese, il cardinale Petrocchi, ha indetto una speciale preparazione per l’Anno Santo e ha chiesto che per tutto il 2024 venga concessa l’indulgenza plenaria a quanti visiteranno la Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Diverse le iniziative organizzate per i fedeli. Monsignor D’Angelo, arcivescovo coadiutore: definendoci “capitale del perdono” il Papa ci ha spinti all’impegno di vivere i doni della misericordia di Dio e della comunione fraterna
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
L’arcidiocesi de L’Aquila si prepara al Giubileo del 2025 celebrando l’Anno della Preghiera e del Perdono. E dopo il prolungamento della Perdonanza Celestiniana di 365 giorni voluto da Papa Francesco all’indomani della sua visita pastorale nel capoluogo abruzzese il 28 agosto 2022, la Penitenzieria Apostolica ha concesso un ulteriore anno di indulgenza plenaria a quanti visiteranno la Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
L’iniziativa del cardinale Petrocchi
È stato l’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Petrocchi, a chiedere il perdono dei peccati per tutto il 2024, per quanti pentiti e confessati si recheranno nell’antico luogo di culto dove sono custodite le reliquie di Celestino V, che, nel 1294, con la bolla Inter sanctorum solemnia, detta della “Perdonanza”, ha accordato l’indulgenza plenaria in occasione della sua incoronazione. Il documento pontificio è ritenuto un’anticipazione del primo Giubileo della storia della Chiesa indetto nel 1300 da Bonifacio VIII. Tenuto conto dei molteplici benefici spirituali prodotti nel popolo di Dio durante l’Anno Celestiniano straordinario seguito all’incontro con il Papa e dei numerosi pellegrinaggi alla Basilica di Collemaggio, il porporato ha pensato ad un anno dedicato alla preghiera e al perdono come occasione preziosa per “prepararsi nel migliore modo possibile, alla celebrazione del Giubileo che, con l’apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana, nella notte di Natale del 2024, Papa Francesco concederà alla Chiesa universale”.
L’Aquila “capitale del perdono”
Diverse gli incontri organizzati dall’arcidiocesi per offrire ai fedeli momenti di riflessione e raccoglimento, spiega a Vatican News – Radio Vaticana monsignor Antonio D’Angelo, arcivescovo coadiutore di L’Aquila, con la possibilità di sperimentare la misericordia di Dio attraverso il sacramento della riconciliazione.
Come si sta preparando l’Arcidiocesi de L’Aquila al Giubileo 2025, a che cosa punta la pastorale?
Come Arcidiocesi ci stiamo preparando – così come tutta la Chiesa – seguendo le indicazioni del Dicastero per l’Evangelizzazione che si occupa della preparazione dell’Anno giubilare. Ma noi abbiamo anche la Grazia di questo Anno del Perdono perché la Penitenzieria Apostolica ci ha dato la possibilità, nella Basilica di Collemaggio, di ottenere, ancora per tutto il 2024, l’indulgenza plenaria. È un dono ulteriore, dopo l’Anno della Misericordia che abbiamo vissuto l’anno scorso come seguito della visita pastorale di Papa Francesco dell’agosto 2022. Dunque, le nostre comunità parrocchiale, la nostra comunità diocesana, stanno camminando seguendo degli itinerari spirituali. È una preparazione molto intensa, che ci porterà, poi, a celebrare il Giubileo del 2025 con quello spirito di speranza, cui ci invita anche lo stesso motto del Giubileo, “Pellegrini di speranza”.
Dopo la possibilità concessa da Papa Francesco di ottenere l’indulgenza della Perdonanza Celestiniana per un anno intero, l’Aquila vivrà un nuovo anno di Grazia in vista del Giubileo 2025. Cosa significa, per voi, vivere il 2024 come Anno del Perdono e della Preghiera?
È veramente un anno di Grazia per tutta la comunità diocesana, ma anche per le altre comunità e per tutti coloro che si recheranno a nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio per ottenere l’indulgenza, come è successo lo scorso anno. Perché sono stati tanti i gruppi che sono venuti, e anche molte persone a livello individuale hanno vissuto con intensità questo Anno della Misericordia. Credo che il tema della misericordia sia molto sentito, anche perché si tratta di un tema centrale nel messaggio del Vangelo, e oggi, soprattutto, ritengo che il perdono ricevuto ridoni ad ogni persona, ad ogni uomo, ad ogni donna, una nuova speranza, una nuova linfa vitale. Nel Vangelo, lo stesso Gesù tante volte dice: “Va’, i tuoi peccati ti sono perdonati”. Ecco, questo andare, questo riprendere il cammino nella vita, dopo aver ottenuto il perdono, per ogni persona è essenziale; non ha solo una rilevanza spirituale, ma anche umana. Questo messaggio di misericordia, poi, per noi è particolare, perché è stato raccolto da Papa Celestino V, che ha messo nero su bianco nella bolla sulla Perdonanza questo dono gratuito dell’amore divino offerto all’uomo. Questa intuizione di Papa Celestino, in qualche modo, si lega anche al Giubileo del 1300, il primo Giubileo della storia, dove emerge il tema del perdono e in cui l’apertura della Porta Santa a Roma è stata un momento significativo. Tra l’altro, Papa Francesco che, nella sua visita pastorale dell’agosto 2022, ha definito L’Aquila “capitale del perdono”, in qualche modo ha messo in risalto il dono che la nostra comunità diocesana ha, questa ricchezza spirituale che ci spinge all’impegno di vivere, di sperimentare il dono della misericordia di Dio, ma anche il dono della comunione fraterna, per saperla annunciare e testimoniare al mondo.
Quali particolari iniziative sono in programma a livello diocesano?
Ci siamo attivati, soprattutto, per sensibilizzare, sempre più e sempre meglio, le nostre comunità parrocchiali, per cui, nel corso dell’anno, ci saranno pellegrinaggi organizzati dalle diverse foranie. Poi abbiamo anche altre iniziative. A marzo avremo la presenza della Croce della Pace, un’idea promossa dalla Pastorale giovanile regionale che, dopo l’invito di Papa Francesco ad essere artigiani della pace, si è messa in cammino in questo senso. Ci saranno momenti di preghiera e catechesi, con i giovani sul tema della pace. Poi avremo convegni e diversi appuntamenti, soprattutto in prossimità della celebrazione della Perdonanza in agosto, e anche dopo, avvicinandoci a dicembre, in prossimità dell’apertura della Porta Santa a Roma. Sul sito web della Basilica di Collemaggio c’è la possibilità di avere informazioni sull’Anno della preghiera e del Perdono, sulla Basilica o sul tema dell’indulgenza e della bolla di Celestino V. C’è anche la possibilità di prenotarsi per un pellegrinaggio o per celebrare l’Eucaristia. Nella Basilica, poi, ci sono sacerdoti per le confessioni, per favorire un’esperienza di preghiera profonda e un momento forte di spiritualità nella prospettiva della misericordia di Dio.
Dopo il terremoto del 2009, quale stagione sta vivendo l’arcidiocesi de L’Aquila?
Sicuramente una stagione bella, soprattutto dopo la visita di Papa Francesco del 2022 che è stata vissuta con molta intensità. Papa Francesco, definendo L’Aquila “capitale del perdono”, ci ha esortati a far sì che Collemaggio sia un luogo di riconciliazione, di misericordia, e quindi ha dato uno slancio di speranza nuova alla comunità, ferita non solo nel 2009, ma anche dal terremoto del 2016 e del 2017, e poi anche dalla pandemia. Essere “capitale del perdono” significa essere un segno per la Chiesa universale, per il mondo, lanciare un messaggio significativo, soprattutto in questo tempo che cui stiamo vivendo, un messaggio di luce e di speranza.
Accennava alla visita del Papa del 28 agosto 2022, quali frutti ha raccolto L’Aquila dopo quell’evento?
C’è questa maggiore consapevolezza, sensibilità, sul tema del perdono. Ci stiamo muovendo considerando che questo è un cammino che la Chiesa aquilana nei prossimi anni dovrà intensificare e sul quale puntare ancora di più, perché possiamo maturare e crescere. Ecco quindi i frutti. Io vedo questo spirito nuovo, questo stimolo a camminare lungo la traiettoria del tema della misericordia, del perdono e di quello che la nostra Chiesa aquilana sta costruendo piano piano, anche in quello spirito di sinodalità e di prossimità che stiamo portando avanti.