Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
“Si aprano subito corridoi umanitari”: Soleterre Onlus, Fondazione che promuove il diritto alla salute di uomini, donne e bambini in varie parti del mondo, si rivolge così alla comunità internazionale, perché i civili innocenti possano lasciare l’Ucraina sotto assedio, e tra loro i bambini pazienti oncologici seguiti da Soleterre. L’appello arriva dal presidente della ong, Damiano Rizzi, psicologo clinico ed oncologo, che da Pavia porta la testimonianza di tutti i suoi collaboratori che si trovano a Leopoli, a Kiev, a Ternopil. “Noi avremmo già la disponibilità di strutture italiane pronte ad accogliere questi piccoli pazienti – spiega Rizzi a Vatican News – peraltro alcuni ospedali sono già in cooperazione con alcuni nosocomi ucraini, però in questo momento senza corridoi umanitari non si può entrare e si fa fatica ad uscire. Occorre aprire per far entrare mezzi adatti, e anche in questo caso noi saremmo già attrezzati”.
Bimbi malati e chiusi nei bunker
Attualmente ci sono decine di bambini oncologici che sono bloccati con il rischio di non potere ricevere cure. 15 si trovano attualmente in una sorta di bunker-scantinato dell’Istituto del Cancro di Kiev. “Sono bambini gravi non trasportabili altrove – precisa Rizzi – che stanno facendo chemioterapie in queste condizioni”. Altri minori, si parla di bambini tra i pochi mesi e i 17 anni, sono distribuiti tra gli ospedali di Ternopil e di Leopoli, altri sono tornati a casa, nell’est del Paese, aiutati dalla terapia orale. Il rischio, inoltre, per chi è immobilizzato a letto è di “rimanere esposto ai bombardamenti, oltre che essere sottoposti alla cura oncologica pediatrica che già di per sé è faticosa, invasiva e molto invalidante”. Soleterre, che lavora in Ucraina dal 2003, garantendo appunto assistenza ai bambini malati di tumore, per scelta interviene in ospedali pubblici: nell’Istituto del Cancro di Kiev, che si occupa di tumori solidi, nella neurochirurgia pediatrica di Kiev, che si preoccupa di curare i bambini malati di tumore al sistema nervoso centrale, nell’ospedale di Leopoli, dove vengono curate le leucemie infantili, e ora anche nell’ospedale di Ternopil, dove iniziano ad arrivare i piccoli pazienti.
Basta una battaglia, quella contro il cancro
La situazione è drammatica e complessa, gli operatori di Soleterre in Ucraina avvertono della difficoltà di reperire farmaci e attrezzature, e le risorse ad ora in possesso non permetteranno di andare avanti oltre le due settimane, precisa ancora Rizzi. Per molti di questi bambini, è il racconto che arriva dall’Ucraina, la recidiva non è soltanto quella della malattia, ma anche quella della guerra, perché alcuni hanno nella loro mente il ricordo di quanto accaduto nel 2014. “Sono otto anni – prosegue il presidente – che accogliamo bambini che arrivano da aree in cui le famiglie sono veri e propri profughi interni, nel senso che non hanno più la casa, che hanno perso il lavoro. Abbiamo accolto interi nuclei familiari con il paziente, e quindi, oltre a garantire le cure al bambino ammalato, abbiamo cercato di creare progetti sociali di inserimento lavorativo”. Rizzi loda l’iniziativa di Papa Francesco di recarsi all’ambasciata russa presso la Santa Sede, “l’azione di diplomazia più importante”, la definisce, perché “è necessario tenere il dialogo aperto”. A combattere, è poi la sua conclusione, ci pensino i soldati, “non i civili, non gli ammalati, che stanno già combattendo la loro battaglia personale e due battaglie sono veramente troppe”.