Chiesa Cattolica – Italiana

L’annuncio di Biden: “Doneremo tre dosi per ogni vaccino somministrato”

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Cresce, da parte dei leader mondiali, la consapevolezza che la risposta alla pandemia deve essere globale. Si sente così l’eco di quel “nessuno si salva da solo” pronunciato lo scorso anno da Papa Francesco dinanzi ai numeri dei vaccini somministrati nel mondo che, ancora oggi, non seguono il principio dell’equità. In Africa, ad esempio, la percentuale di vaccinati è ad una cifra, ma anche in Europa non mancano le disparità: in Bulgaria vaccinato meno di un quarto della popolazione, in Francia oltre i quattro quinti.

Gli aiuti ai Paesi meno ricchi 

Il programma Covax, voluto dalle Nazioni Unite, è una partnership pubblico-privata tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la Vaccine Alliance (Gavi) e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi) per far sì che la pandemia si combatta con mezzi equi in ogni angolo del pianeta. I numeri reali però sono ben al di sotto delle aspettative e si stima che a fine anno nei Paesi più poveri sarà vaccinata solo una persona su cinque. Da qui l’accelerazione impressa dalla Casa Bianca, che un paio di settimane fa aveva annunciato l’intenzione di un vertice mondiale da tenere in contemporanea alla 76.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso in questi giorni a New York. “Saremo l’arsenale dei vaccini, per ogni nostra dose tre saranno donate”, ha detto il presidente americano Joe Biden inaugurando il summit mondiale virtuale. Le dosi per aiutare i Paesi più in difficoltà saranno oltre un miliardo, 370 i milioni di dollari stanziati per aiutare le campagne vaccinali in ogni angolo del pianeta.

Più dialogo e tempi rapidi

Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, nel ringraziare il presidente Biden per l’iniziativa e sostenendo la proposta americana di un Fondo finanziario intermediario, nel suo intervento al summit globale contro il Covid-19, ha annunciato l’intenzione di istituire un Board finanziario e sanitario globale, volto a dare risposte immediate in ogni Paese e favorire il dialogo tra G20, Banca Mondiale, Oms ed altre organizzazioni internazionali. “Uno dei punti deboli della nostra risposta globale alla pandemia da Covid-19 è stata la carenza di coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie. Come presidenza del G20, intendiamo istituire il Global Health and Finance Board”, ha detto Draghi. “Questo forum strutturato – ha spiegato – migliorerà la cooperazione globale per il governo e il finanziamento delle attività di prevenzione delle pandemie e di preparazione e risposta ad esse”. L’Italia, ha detto ancora Draghi, donerà ai Paesi più in difficolta 45 milioni di dosi di vaccino entro la fine dell’anno.

L’importanza dei vaccini per tutti 

In più occasioni Papa Francesco ha ribadito l’importanza di portare avanti in modo globale ed equo la lotta alla pandemia. Lo ha fatto nello storico momento straordinario di preghiera del 27 marzo 2020 in Piazza San Pietro e lo ha ribadito in più occasioni, sottolineando poi come il vaccino sia “un gesto d’amore” verso se stessi ed il prossimo. Parole, queste, pronunciate ad esempio lo scorso agosto nel videomessaggio per le popolazioni dell’America Latina: 

Vaccinarci è un modo semplice, ma profondo, di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili. Chiedo a Dio che ognuno possa contribuire con il suo piccolo granello di sabbia, il suo piccolo gesto di amore. Per quanto piccolo sia, l’amore è sempre grande. Contribuire con questi piccoli gesti per un futuro migliore.

Di recente, Francesco ha ribadito la convinzione sull’importanza di una campagna vaccinale su scala mondiale nel messaggio introduttivo inedito al volume “Oltre la tempesta”, che raccoglie l’intervista al Papa del giornalista Fabio Marchese Ragona dello scorso gennaio. Francesco ringrazia scienziati e medici: “Grazie al vaccino stiamo tornando pian piano a rivedere la luce”, e stiamo uscendo da questo “brutto incubo” della pandemia. Ma adesso la vera sfida “è impegnarsi perché tutti nel mondo abbiano lo stesso accesso al vaccino, perché non ci siano ‘capricci’ nello scegliere la dose più famosa e soprattutto sia gratuito per chiunque ne abbia bisogno e non un qualcosa grazie al quale trarre un facile guadagno”. Il vaccino, infatti, “può salvare tante vite umane, non dimentichiamolo e non dimentichiamo che cosa ci ha insegnato la storia con altre brutte malattie del passato”.

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