Chiesa Cattolica – Italiana

Lampedusa, negli occhi di una bimba il dramma di una generazione

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

A 4 anni da soli si può provare ad andare da una stanza all’altra, perché a casa i pericoli sono minori. Se poi ci si trova in un parco giochi recintato, è possibile spostarsi dall’altalena allo scivolo senza essere presi per mano da un genitore. A questa età, però, c’è chi arriva, non accompagnato, da un continente all’altro su un’imbarcazione. Una bambina di 4 anni è sbarcata da sola, questa settimana, a Lampedusa. I genitori insieme alla sorella di 7 anni sono rimasti sulle coste tunisine, probabilmente a causa del panico scoppiato durante l’imbarco che ha spinto la nave a partire.

La piccola sta bene

“La bambina al momento si trova in una comunità educativa, in una situazione sicura, stabile e adeguata ai suoi bisogni”, afferma Giovanna Di Benedetto, operatrice di Save the Children. Certamente la piccola “è più serena rispetto a quando è sbarcata, è in compagnia di altri coetanei, ma ovviamente la situazione non è semplice ed ha delle fragilità per le quali sta lavorando il personale della comunità, professionisti adeguati per la situazione”. Il ruolo di Save the Children “è di supporto alle autorità e alla bambina, fin dal momento dello sbarco”, spiega. “Abbiamo garantito questo e continuiamo a farlo perché vengano attivate le misure per la tutela del suo superiore interesse”.

Ascolta l’intervista a Giovanna Di Benedetto

Non chiamatela emergenza

I riflettori tornano ad accendersi su Lampedusa, ma la luce ad intermittenza rischia di essere fuorviante perché il fenomeno migratorio è una questione annosa, non certo un’emergenza. “Assolutamente non va definita così, ed anche per quanto riguarda i più piccoli – prosegue Di Benedetto – sono molti quelli che sbarcano sulle nostre coste. Dall’inizio dell’anno sono più di 9200 i minori non accompagnati e solo nell’ultimo mese abbiamo seguito tre casi di bambini tra gli 8 e gli 11 anni. Ci sono delle criticità nel sistema di accoglienza che non è in grado di ricevere queste persone e noi di Save the Children – conclude – lanciamo sempre lo stesso messaggio: è importante garantire vie legali e sicure, stabilendo a livello italiano ed europeo un sistema di soccorso in mare. Sappiamo benissimo che la rotta del Mediterraneo è tra le più difficili e troppo spesso letali per le persone migranti”. 

L’hotspot di Lampedusa è di nuovo pieno

Nelle ultime ore si sono registrati cinque nuovi sbarchi a Lampedusa dove sono approdati, in tutto, 302 persone migranti. Nell’ultimo barcone sono arrivati 77 siriani e tunisini, tra cui tre donne e un minore, direttamente sul molo commerciale. Il peschereccio su cui viaggiavano sarebbe partito da Chebba, in Tunisia. Prima di loro, nelle acque antistanti l’isola, erano stati soccorsi 32 maliani, ivoriani e guineani. A bordo anche quindici donne e tre minori. A seguire diciotto tunisini, fra cui una donna. Lo sbarco più consistente si è, invece, registrato poco dopo la mezzanotte con l’approdo, a bordo di un peschereccio di dodici metri, di 141 persone. A soccorrerle una motovedetta della Capitaneria di porto. Ai soccorritori hanno riferito di essere originari di Costa d’Avorio, Camerun, Guinea, Tunisia, Senegal, Togo, Liberia, Mali, Congo, Ghana e Niger. La stessa motovedetta della Capitaneria, infine, ha soccorso 34 persone, fra cui tredici donne e cinque minori, in fuga da Costa d’Avorio, Guinea, Camerun e Sierra Leone. Situazione di grande emergenza all’hotspot dove ci sono 1168 ospiti nella struttura che ne può contenere al massimo 350, un trasferimento di circa 400 persone è previsto nella giornata di oggi. 

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