Antonella Palermo – Città del Vaticano
“Lo conoscevo da quando sono piccola. È stato come una seconda famiglia per me”. Poche parole di una donna, mamma di due bambini in passeggino. Li conduce il marito. Una famiglia intera, tra tante, che si è recata nelle ultime ore del pomeriggio in visita alla camera ardente con la salma di Benedetto XVI allestita nella cappella del monastero Mater Ecclesiae in Vaticano.
La dolcezza e la sua fede incrollabile
Una processione di poche persone, che man mano si infoltisce, quella che in rigoroso silenzio ha reso omaggio al Papa emerito che nell’ultimo giorno dell’anno è salito alla Casa del Padre. Una data rimasta molto impressa ad una delle donne della Famiglia Spirituale L’opera la quale, con un sorriso ed una gentilezza assai simili a quelli del Papa emerito, continuamente abbraccia e saluta conoscenti e amici: “La sua più grande eredità resta per me la sua dolcezza – ci dice superando timidezza e discrezione – e la sua fede incrollabile. Il fatto che se ne sia andato il 31 dicembre è stato come un coronamento di tutta una vita, perché poi si è cantato il Te Deum”.
Una intelligenza che esprimeva la semplicità della fede
Monsignor Georg Gänswein, segretario di Ratzinger, è sulla soglia. Stringe mani, conforta, accoglie le parole di commozione e cordoglio di ex-collaboratori, religiosi e religiose, di studenti, di gente legata alle attività del Papa emerito ma anche di persone comuni, esterne all’ambito strettamente vaticano. Una donna anziana si sforza di entrare sorretta su due stampelle, è un lento avanzare di un microcosmo internazionale, che procede composto, si inginocchia, piange. “Lo ricordo soprattutto per la sua intelligenza spiccata e affascinante perché, dietro l’elaborazione concettuale dei suoi discorsi, alla fine veniva fuori la semplicità. Ecco – racconta un’altra coppia di fedeli – questa semplicità della fede è ciò che mi rimaneva sempre nel cuore e che resta ancora dentro di me”.
Ha sostenuto la Chiesa, la nave di Pietro
Due scrittori polacchi erano venuti a Roma per completare un libro su Maria. E si sono ritrovati qui, non lo avrebbero mai pensato: “La sua fede, la sua fede salda”, ci dicono. Della “fermezza dolce” parla un’altra suora straniera. Intanto sfila qualche prelato, dipendenti vaticani, c’è un membro della banda della gendarmeria che mostra la foto dell’ultimo concerto con la presenza di Ratzinger. “Eravamo qui tutti insieme. Lui gioiva”. Nella cappella dell’ex-monastero c’è una statua di Sant’Agostino, ispitatore della teologia del Papa emerito. “Fedele alla tradizione, ma non tradizionalista – lo ricorda un giornalista – tanto che Francesco non ne è l’antitesi. Dobbiamo solo esprimere tanta gratitudine perché entrambi sostengono la Chiesa, la nave di Pietro”.