Alessandro Di Bussolo e Marina Tomarro – Città del Vaticano
Venti bambini e ragazzi di Roma e Foligno saranno accanto a Papa Francesco nella Via Crucis di quest’anno, ma molti di più sono stati protagonisti della preparazione delle meditazioni che quattro di loro leggeranno in una Piazza San Pietro quasi deserta, come nel 2020, in pieno lockdown per la prima fase della pandemia di Covid-19, e dei disegni che le accompagneranno. Altri 40 staranno tra il pubblico “in presenza” nella zona del sagrato della Basilica Vaticana. Rappresenteranno i 500 ragazzi del catechismo della Prima comunione e della Cresima della parrocchia romana dei Santi Martiri dell’Uganda, i 145 scout, dai “lupetti” ai “rover” e alle “scolte” del gruppo scout Agesci “Foligno I”, i 30 bambini e giovanissimi della casa famiglia romana “Tetto Casal Fattoria” e gli otto piccoli, tra i 3 e gli 8 anni, della casa “Mater Divini Amoris”. Tutti protagonisti della preparazione dei testi e dei disegni che ci faranno rivivere, con il Papa, la Passione e morte di Gesù.
La sofferenza di Gesù nel vedere la madre sotto la croce
“Mi hanno colpito le loro riflessioni sull’incontro di Gesù con la mamma, è un momento che impressiona molti”, racconta don Luigi D’Errico, parroco della chiesa nel quartiere Ardeatino. “Qualcuno ha scritto: ‘Quanto avrà sofferto Gesù sulla croce nel vedere, sotto di lui, sua madre che piange’. E’ una reazione comprensibile, perché hanno una relazione profonda con i genitori”.
Don D’Errico: la paura di essere abbandonati come Gesù
In tempo di pandemia, ci dice ancora don D’ Errico, che è anche referente del Vicariato di Roma della pastorale per le persone con disabilità, “i nostri ragazzi del catechismo sono stati colpiti molto dal rischio di ammalarsi e di rimanere soli”. Anche attraverso la Via Crucis hanno visto che “Gesù è stato abbandonato, è rimasto solo, c’era solo sua madre e pochi altri, non certo i suoi amici più stretti”. Tra lezioni scolastiche in didattica a distanza e incontri di catechismo su “Zoom”, racconta don Luigi, “è importante per loro aver partecipato” a questa preparazione e partecipare poi alla Via Crucis, anche se molti lo faranno solo attraverso la televisione, “perché significa, appunto, non essere abbandonati. Non stare soli”.
Tra i ragazzi, 4 lettori e otto portatori della Croce
Accanto ai quattro lettori, uno per ogni realtà educativa coinvolta, col Papa, ci spiega don D’Errico, “ci saranno otto ragazzi portatori della croce e otto che reggeranno le fiaccole” lungo il percorso delle 14 stazioni, che come nel 2020, traccerà un cerchio attorno all’obelisco di Piazza San Pietro. Solo che insieme con Francesco non cammineranno medici e infermieri in prima linea nella lotta al Covid-19 e un ex detenuto, un cappellano di un carcere e alcune guardie carcerarie, ma i ragazzi del catechismo di don Luigi, alcuni scout umbri e i bambini e ragazzi di due case famiglia romane.
Gli scout: le nostre meditazioni, un lavoro corale
“Le nostre meditazioni per la Via Crucis sono state pensate in un’azione corale – ci spiega Alessandro Bitocchi, capo scout del “Foligno I” – ognuno dei ragazzi e delle ragazze, a modo suo, ci ha messo un pezzettino di sé stesso”. Nella casa famiglia “Tetto Casal Fattoria”, impegnata nel contrasto al disagio di bambini e giovani, gli ospiti hanno realizzato “disegni molto curati e molto attenti alla sofferenza della persona” racconta il responsabile Fabrizio Gessini. “I nostri ragazzi – ci dice – sono stati colpiti soprattutto dall’incontro con la madre e dall’aiuto del Cireneo. Sono usciti disegni molto interessanti, da parte di ragazzi che non si erano mai espressi in su questi temi”.
Le frasi aggiunte ai disegni dei bambini del Divino Amore
“I bambini più grandi, quelli sui sette, otto anni hanno aggiunto ai loro disegni piccole frasi – ci dice infine suor Gabriella Pistilli, della Congregazione delle Figlie del Divino Amore, responsabile della casa famiglia “Mater Divini Amoris” – hanno scritto che i genitori si devono volere bene, non devono bisticciare, e una bimba ha chiesto, quasi in forma di preghiera, che non le manchi mai lo sguardo della mamma”.