Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Far tacere le armi: è l’obiettivo che hanno in cuore tutti coloro che in Italia e nel mondo, nella notte seguita alla prima giornata di guerra in Ucraina, si sono ritrovati per pregare. Vegliare e pregare.
I vescovi del Mediterraneo e l’appello della Cei
Lo hanno fatto i vescovi del Mediterraneo riuniti a Firenze per l’incontro con i sindaci dell’area, in attesa dell’arrivo domenica di Papa Francesco: in serata, terminati i lavori, insieme si sono recati nella Basilica di Santa Maria Novella per un momento di adorazione eucaristica e di preghiera silenziosa. Nelle stesse ore una nota della Presidenza della Cei invitava tutte le Chiese d’Italia a unirsi in una corale preghiera per la pace e ad aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri. “Ogni conflitto – hanno scritto in una Nota i presuli italiani – porta con sé morte e distruzione, lacera il tessuto sociale e minaccia la convivenza tra le nazioni. La memoria di quanto accaduto nel Vecchio Continente nel secolo scorso deve indurci a rinnegare ogni discorso di odio e ogni riferimento alla violenza, spronandoci invece a coltivare relazioni di amicizia e propositi di pace”.
Veglie a Roma, Bologna, Assisi
E mentre ieri sera il Colosseo si accendeva dei colori della bandiera ucraina, e oggi la capitale sarà animata da una fiaccolata, la Comunità di Sant’Egidio si ritrovava in preghiera nella basilica di Santa Maria in Trastevere in collegamento streaming con tutti i Paesi in cui è presente nel mondo. “Pace all’Ucraina per ora e per sempre” ha detto Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, al termine della predicazione. “Non ci si può rassegnare alla guerra – ha spiegato la Comunità – come ultima parola, ma occorre chiedere incessantemente la pace. È ciò che imploriamo per il bene dell’Ucraina e del mondo intero rivolgendoci a tutti, a partire da chi ha responsabilità sulle nazioni. Invitiamo tutti a unirsi a noi per fermare la follia del ricorso alle armi”. Stasera invece l’appuntameno è a Bologna dove il cardinale Matteo Zuppi interverrà al momento di preghiera previsto in cattedrale alle 20.30, una Veglia e l’Adorazione eucaristica alle quali parteciperà anche la comunità greco-cattolica ucraina presente a Bologna. Sabato 26 febbraio, appuntamento invece ad Assisi alle ore 21.00, per la Veglia di preghiera per l’Ucraina nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. In un comunicato il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, le Famiglie Francescane e il sindaco, Stefania Proietti si fanno interpreti del sentimento della comunità, per esprimere “la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente! Francesco e Chiara ci insegnano a sognare l’impossibile e a sperare anche nelle situazioni più disperate”.
In preghiera anche l’Ucoii – l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia – che ha invitato tutti gli Imam dello stivale a dedicare il sermone del 25 febbraio, ad una preghiera per la pace in Ucraina. “Pregheremo tutti che Iddio possa colmare di pace l’umanità intera, che ancora oggi vive molti conflitti armati, provocando una sofferenza continua a molte popolazioni”.
Pax Christi: andiamo controcorrente
Scende in campo anche Pax Christi che con il suo delegato in Francia Alfonso Zardi al microfono di Adelaide Patrignani rilancia: “Siamo consapevoli che pregare per la pace può sembrare una cosa superata, astrusa e non in sintonia con i tempi. Ma occorre anche saper andare contro il clima del momento”:
Kiev, apriamo le porte dei seminari per accogliere i profughi
Da Kiev intanto si prega e si cerca di passare in salvo la prima nottata sotto il lancio di missili e granate. Svitlana Duckhovych ha raccolto il racconto di padre Ruslan Mykhalkhiv, Rettore del seminario romano-cattolico di Kiev. “C’è una tristezza in noi, ma non è quella che paralizza: sentiamo dispiacere per il fatto che quelli che da sempre si sono mostrati nostri fratelli e amici, oggi hanno imbracciato le armi. Ora la gente è spaventata e cerca di mettersi in fuga svuotando i conti bancari e facendo il pieno di benzina per mettersi in cammino. Allo stesso tempo noi come Chiesa siamo pronti all’emergenza. I nostri preti restano al loro posto e sono pronti ad accogliere la gente che scappa: apriamo anche i nostri seminari se serve, per dare alloggi sicuri”.
L’UCOII è contro la Russia ma ha sempre parole di lode per la Turchia di Erdogan. Guardate i loro soci, i tartari della Crimea, che fanno portare il velo alle bimbe come se esse avessero l’età di sposarsi.