Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92,15). Il tema della seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, in programma domenica 24 luglio 2022, è stato scelto dal Papa e reso noto dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Un tema che rispecchia il pensiero di Francesco sull’anzianità, intesa non come “un momento per tirare i remi in barca” ma una via da percorrere, “una vocazione” da perseguire “per riempire il vuoto dell’ingratitudine” che circonda la vecchiaia.
Gli anziani, figure per costruire società più consapevoli
“Il tema – si legge in un comunicato del Dicastero – intende sottolineare come i nonni e gli anziani siano un valore e un dono sia per la società che per le comunità ecclesiali”. Un invito a riconoscerne un ruolo attivo mentre spesso i nonni e gli anziani sono tenuti ai margini dalle famiglie e dalla società, i loro volti diventano l’emblema della cultura dello scarto che il Papa invita a contrastare. “La loro esperienza di vita e di fede può contribuire, infatti, ad edificare società consapevoli delle proprie radici e capaci di sognare un avvenire più solidale”.
In cammino con il Sinodo
Nell’invitare a promuovere iniziative, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita rimarca l’invito “a prestare ascolto alla saggezza degli anni” che si rivela particolarmente significativo nel contesto del cammino sinodale che la Chiesa ha intrapreso. Un cammino che non esclude nessuno ma che invece getta ponti da costruire con i sogni, con la condivisione, con l’ascolto.
Scelzo: la solitudine, la più grande emergenza del nostro tempo
“Una teologia della vecchiaia” è una delle urgenze indicate da Vittorio Scelzo dell’Ufficio per la pastorale degli anziani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che sottolinea quanto sia urgente farsi carico della solitudine degli anziani per ripensare un mondo più umano.
Il tema della prossima Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani è molto in linea con il pensiero del Papa e il suo invito a riscoprire la saggezza dei nonni in un’ottica di scambio tra generazioni…
Siamo grati al Santo Padre per aver voluto questa Giornata Mondiale dei nonni degli anziani che inizia a diventare una tradizione. Speriamo che celebrare la Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani ogni anno aiuti a mettere al centro della nostra pastorale, della nostra attenzione, del nostro pensiero i nonni e gli anziani. E’ qualcosa che è necessario. Il Papa insiste molto sulla saggezza ed ha ragione, penso tante volte quando si parla di dialogo intergenerazionale sembra che sia una buona intenzione, qualcosa di bello, qualche incontro da fare in parrocchia è invece qualcosa di profondo, il Papa l’ha definita una sfida per la nostra cultura. C’è da ascoltare la saggezza degli anziani, penso ad una cosa molto concreta: in questi giorni si sente tanto parlare di guerra in Europa, se noi avessimo l’attenzione di ascoltare la lezione di saggezza che proviene degli anziani capiremmo l’orrore e cosa significa la guerra in Europa. Il dialogo tra le generazioni significa anche comprendere la lezione che viene dal vissuto degli anziani.
Il Papa si è soffermato più volte sullo scambio intergenerazionale e sul fatto che i giovani sono chiamati a realizzare i sogni degli anziani. Anche nel vostro comunicato, si sottolinea questa capacità di sognare un avvenire più solidale…
Esatto. Un grande sogno dei nostri nonni è stata la pace in Europa e questa è la cosa che noi siamo chiamati a realizzare. Quando si parla di sogni, di dialogo a volte si pensa che sia un qualcosa di intimistico, i sogni sono qualcosa di grande e un avvenire più solidale è il grande sogno della pace che ha segnato le generazioni che ci hanno preceduto. E’ una necessità non buttarlo al vento e quindi per i giovani significa raccogliere il testimone.
Come inserire questo appuntamento della seconda Giornata Mondiale dei nonni degli anziani nel cammino sinodale?
Il cammino sinodale è fatto di ascolto, può essere un’occasione per iniziare a pensare alla vecchiaia. Il Papa parla di vecchiaia, questo è un termine che si tende a non utilizzare quasi fosse riferito ad una malattia contagiosa. C’è da far nascere un pensiero cristiano sulla vecchiaia, noi oggi ci troviamo di fronte a un’emergenza perché, lo si vede in tanti in tante parti del mondo, c’è un grande numero di anziani come mai ci sono stati prima, ma non esiste una teologia della vecchiaia. E’ importante capire cosa significa invecchiare, cosa significano gli anziani nella nostra società, quale posto dargli, quale il loro posto nella Chiesa. Il Sinodo è un’occasione per maturare questo pensiero.
Come Dicastero metterete a disposizione degli strumenti pastorali per organizzare al meglio la Giornata. Sono già previste delle iniziative che volete presentare?
Siamo in una fase di preparazione e di dialogo perché abbiamo osservato che l’anno scorso, nella realizzazione della prima Giornata mondiale dei nonni degli anziani, c’è stata una grande mobilitazione di chiese locali, parrocchie, diocesi. Siamo in una fase di ascolto per comprendere cosa è stato fatto, quali le idee che si possono riproporre. Vorremmo preparare degli strumenti, non a partire dalle nostre scrivanie, ma a partire dal lavoro di coloro che hanno vissuto questa Giornata. Sicuramente al centro ci sarà l’incontro tra i giovani e gli anziani, l’anno scorso abbiamo invitato a fare delle visite agli anziani soli, magari portando un fiore. C’è un’emergenza che è quella della solitudine, penso alla terribile storia di Marinella, quella donna di Como trovata morta a casa dopo più di 2 anni. La solitudine degli anziani è un’emergenza e il primo modo di vivere la Giornata mondiale dei nonni degli anziani è quello di andare a trovare un anziano solo e chiedergli come stai. A Marinella nessuno per due anni si è preoccupato di chiedere come stai. Questo è qualcosa di intollerabile e ci si chiede anche come sia possibile che in una comunità cristiana ci siano persone completamente dimenticate. Vivere la Giornata per i nonni e per gli anziani vuol dire andare incontro a tutti, non lasciare indietro nessuno e non dimenticarsi il nome di nessuno.