Chiesa Cattolica – Italiana

La Terra brucia e l’uomo non può stare a guardare

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Letteralmente rosso fuoco. Questo è il colore che attira l’attenzione osservando l’immagine del Fire Information for Resource Management System (FIRMS) della NASA. Si tratta della mappa in tempo reale pubblicata dall’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale degli Stati Uniti d’America, dove i punti rossi sul planisfero indicano i luoghi nei quali si registrano alte temperature e sono in corso incendi. Grazie ai dati rilevati con lo strumento satellitare Modis, si può così vedere che oltre la Grecia dove continua a bruciare l’isola di Evia e l’Italia in cui l’emergenza roghi affligge in particolare il meridione,  ad essere colpiti sono gran parte del nord e sud America e vaste zone del continente africano, tra cui Zambia, Angola, Malawi e Madagascar. 

In Algeria morte e distruzione

Il bilancio più grave è certamente quello dell’Algeria, dove a causa degli incendi sono morte almeno 42 persone tra cui 25 militari che erano intervenuti per prestare soccorso alla popolazione messa in pericolo dalle fiamme. Almeno 17 le vittime tra i civili. Più di 70 gli incendi che sono scoppiati in 14 regioni del nord del Paese, in particolare una decina nei pressi di Tizi Ouzou, una delle città più popolose della Cabilia. Ieri il ministro degli Interni Kamel Beldjoud aveva puntato il dito contro i piromani, affermando come “cinquanta incendi che divampano contemporaneamente possano avere solo origine dolosa”. Su Twitter il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha espresso le sue condoglianze per i 25 soldati che hanno perso la vita mentre erano impegnati a prestare soccorso nelle aree di Bejaiea e Tizi Ouzou. Il ministero della Difesa ha aggiunto che i soldati hanno “salvato dalle fiamme 110 persone, compresi molti bambini”. 

Le fiamme nelle foreste di Kabylie, regione dell’Algeria (Ryad Kramdi)

Tragico record per la California

Diffuso su un’area pari a quasi 2mila chilometri quadrati, l’incendio Dixie è diventato il più vasto mai registrato in California, superando il Creek Fire che lo scorso anno devastò la Central Valley. I vigili del fuoco sono riusciti a contenere solo il 21% del rogo, che la scorsa settimana ha incenerito quasi del tutto la località di Greenville, distruggendo centinaia di edifici. Una stima dei danni non è al momento possibile, dato che molte aree interessate dalle fiamme non possono ancora essere totalmente raggiunte. Fortunatamente non si registrano vittime e sono state rintracciate le persone inizialmente disperse. 

La Grecia ha bisogno di aiuto 

Sono 500 i milioni di euro stanziati da Atene per fronteggiare l’emergenza incendi, iniziati lo scorso 3 agosto ed ancora in corso, specialmente sull’isola di Evia dove sono migliaia le persone coinvolte. Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, criticato dall’opposizione e da alcuni amministratori locali per la gestione dei gravi incendi, si è scusato davanti alla nazione. “Chiedo scusa per eventuali errori fatti nella risposta del governo”, ha affermato 48 ore fa parlando a reti unificate. “Abbiamo fatto tutto ciò che era umanamente possibile, ma in molti casi non è stato sufficiente”, ha ammesso. Aiuti sono stati richiesti anche alla comunità internazionale, mentre la Caritas è già in prima linea nel fornire l’assistenza necessaria alle numerose famiglie che hanno subito ingenti danni e tante sono le persone sfollate. 

Incendi e aumento delle temperature 

Presentando l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che si tratta di “un codice rosso per l’umanità. I ​​campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili. La soglia del riscaldamento globale concordata a livello internazionale di 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali è pericolosamente vicina. Dunque dobbiamo agire con decisione ora”. Gli incendi che caratterizzano l’estate 2021 sono in parte legati anche alle straordinarie ondate di caldo. Avere cura del clima e della Casa comune è dunque centrale, come ricorda Papa Francesco in diversi passaggi dell’enciclica Laudato si’, ad esempio al punto 23 del primo capitolo:

Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano.

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