Sette anni e mezzo, ricoverato all’ospedale Bambino Gesù per una cifosi toracica e lombare, il bimbo proveniente dalla Tanzania oggi ha salutato il Papa al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Lo ha portato a Roma il cardinale Lojudice che ha accompagnato all’appuntamento del Pontefice circa 3 mila fedeli delle due diocesi toscane di cui è pastore
di Fabrizio Peloni
Il piccolo Martin ha osservato con grande attenzione l’ingresso in piazza San Pietro di Papa Francesco dall’Arco delle Campane. Da qualche metro di distanza, dall’alto dei suoi 7 anni e mezzo già molto “tecnologici”, ha filmato l’emozione di Samuele Cuppone e Gabriele Rocca — della scuola La Salle di Roma — nel salire a bordo della papamobile. E come colonna sonora del suo video la gioiosa musica dell’orchestra giovanile cittadina di Warburg, nell’arcidiocesi tedesca di Paderborn. Anche Martin in quel momento, avrebbe tanto voluto “buttarsi” tra le braccia del Pontefice. Ma è bastato attendere qualche minuto ed ecco realizzato il sogno di consegnare al Papa un suo disegno e un dono portato dalla Tanzania. Premiato da una carezza di Francesco.
Il dono di un crocifisso
Nel disegno il piccolo Martin ha scritto un suo pensiero e ha dato al Papa un crocifisso di ebano, “una croce nera”, proprio come il colore della sua pelle e dei suoi occhioni carichi di energia vitale, nonostante sia in cura da un anno all’ospedale Bambino Gesù per una cifosi toracica e lombare. Una specie di spina bifida.
Martin è nato in un villaggio della Tanzania. E a Siena a trovato una nuova casa. Una famiglia. Tanto che a lungo, in piazza San Pietro, Martin è stato letteralmente aggrappato alla veste del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, che lo ha da poco battezzato e indirizzato a fare il chierichetto. «Sono grandi amici» confida Nancy, responsabile di Rafiki, onlus che da oltre 20 anni opera nell’arcidiocesi senese con l’obiettivo di promuovere l’amicizia, la solidarietà umana e la conoscenza dei popoli, in particolare in Tanzania.
Martin sin dalla nascita ha avuto seri problemi di deambulazione. Ma i volontari di Rafiki hanno fatto sì che potesse ricevere cure nel centro di riabilitazione di Mlali (sempre in Tanzania), contribuendo a sostenere alcune spese per l’operazione che gli ha consentito di camminare. Dopo varie peripezie per avere la documentazione completa nel suo Paese — tra tribunali, ministero e ambasciata — «siamo riusciti ad ottenere la conferma dell’autorizzazione per le cure a titolo umanitario per Martin e accompagnarlo così in Italia per ricevere le cure che in Africa non sarebbero state possibili» continua Nancy.
Il cardinale Lojudice le “sue” diocesi toscane
E con in testa Martin, stamani il cardinale Lojudice ha accompagnato in piazza una folta delegazione di fedeli delle “sue” diocesi toscane. «Siamo qui in tanti — ha affermato il porporato — per testimoniare insieme la nostra vicinanza al Santo Padre e rispondere all’appello di pregare per lui e con lui, soprattutto in questo momento particolarmente delicato in cui le guerre aumentano, anziché diminuire».
Cinque agricoltori dall’Africa
Nell’esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata il 4 ottobre, Papa Francesco ha chiesto nuovamente di non dimenticare l’Africa. E oggi, a ringraziarlo anche per questa attenzione, in piazza erano presenti cinque agricoltori venuti da Kenya, Malawi, Nigeria, Sierra Leone e Zimbabwe. Sono a Roma per partecipare all’evento “Vatican Roundtable of African Farmers”, patrocinato dalle Pontificie Accademie per la Vita e per le Scienze sociali e pensato per porre proprio gli agricoltori africani al centro del dibattito, dando spazio e voce alle loro esperienze concrete e alle loro prospettive uniche.
Sempre in tema di ecosostenibilità, in linea con i dettami dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e con il magistero di Papa Francesco sulla cura della casa comune, Paolo Coluzzi e Matteo Vagnini hanno donato al Pontefice la scultura “Golden Leaf”: una foglia in legno riciclato, proveniente dalla foresta di Antonio Stradivari, in Trentino, premio simbolico del concorso cinematografico “Italia Green Film Festival”.
La consegna del sale di Cervia
Stamane, poi, si è ripetuta, come da tradizione, la cerimonia di consegna del sale di Cervia al Papa. Una delegazione, guidata dal presidente del Consiglio comunale della cittadina romagnola, Gianni Grandu, ha portato in dono a Francesco il cosiddetto “salfiore”, sale proveniente dall’antica salina Camillone. L’usanza risale al 1444 su iniziativa dell’allora vescovo, il cardinale Pietro Barbo. È proseguita ininterrottamente fino al 1870, per riprendere nel 2003.
«A causa dell’alluvione che nel maggio scorso ha duramente colpito la nostra regione, la salina di Cervia ha subito gravi danni strutturali e ambientali, e il sale nel piazzale si è sciolto come neve al sole» ha ricordato Grandu. Della delegazione hanno anche fatto parte diciotto camminatori partiti da Cervia il giorno di san Michele Arcangelo, il 29 settembre, proprio per portare le ceste con “il sale del Papa”.
In Piazza San Pietro una immagine della Vergine Maria del Monte Carmelo
Tre immagini mariane sono state benedette da Francesco in occasione dell’udienza. Un gruppo di fedeli di Gragnano, legati al culto della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, accompagnati dal sindaco Nello D’Auria e da don Gerardo Cesarano, rettore del santuario Santa Maria del Carmine, hanno portato in piazza San Pietro un’effigie della Vergine rappresentata su di un carro trainato dai simboli dei quattro evangelisti per ricevere la benedizione del Pontefice. Dal santuario diocesano di Volturino, in provincia di Foggia, oltre 500 fedeli accompagnati dal parroco don Antonio De Stefano hanno partecipato all’udienza per chiedere al Papa la benedizione della statua della Madonna di Serritella, patrona della comunità. E anche la statua raffigurante Maria Madre della famiglia — sarà allestita nella nuova chiesa di Telese Terme consacrata lo scorso 25 giugno — ha ricevuto stamane la benedizione di Francesco. A presentare l’opera al Papa è stato il vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, monsignor Giuseppe Mazzafaro, con i parroci Giammaria Cipollone e Gerardo Piscitelli.