Alina Tufani Díaz e Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Maria Herrera è una madre logorata dal dolore. Cerca instancabilmente i suoi quattro figli: Raul, Raúl, Jesús Salvador Luis Armando e Gustavo. I primi due, commercianti d’oro, sono scomparsi con cinque loro colleghi nel 2008 nello Stato di Guerrero. Due anni dopo sono scomparsi anche gli altri due figli, che stavano aiutando nelle indagini per rintracciare i loro fratelli. “Sono stati tutti portati via dalla polizia”, denuncia Maria Herrera. Forse non ha torto. Lo scorso 12 aprile il Comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate ha pubblicato un rapporto: “i funzionari pubblici e la criminalità organizzata – si legge in questo documento – sono responsabili del crescente numero di sparizioni forzate in Messico”. Il Comitato ha anche esortato il governo ad agire immediatamente per porre fine all’impunità e per promuovere una politica nazionale in grado di prevenire queste tragedie.
Il governo messicano ha reso noto che sono circa 100 mila le persone scomparse. E sono più di 50 mila i copri ritrovati, ma non identificati. I casi riguardano soprattutto uomini di età compresa tra i 15 e i 40 anni. Ma è rilevante anche il numero di bambini, adolescenti e donne. Nel 2014 Maria Herrera ha fondato l’organizzazione “Familiares en Búsqueda”. In questi anni sono state scoperte diverse tombe clandestine. Spesso sono le madri a cercare i resti dei loro figli scavando con piccone e pala. Non sempre viene garantito loro il sostegno da parte delle autorità e della polizia. Dopo aver fondato “Familiares en Búsqueda” Maria Herrera ha compreso che quella delle sparizioni forzate è una piaga diffusa in tutto il Messico. “Molte madri di famiglia hanno mostrato le foto dei loro parenti”. “Siamo riusciti a rendere il problema visibile a livello nazionale e internazionale”. Ma il dramma delle sparizioni non si ferma. Sono stati uccisi o risultano scomparsi anche attivisti per i diritti umani, sacerdoti, giornalisti. “Per noi – spiega Maria Herrera – è estremamente doloroso, perché le persone che cercano di aiutarci, che alzano la voce con noi, vengono messe a tacere”.
L’incontro con Papa Francesco
In occasione dell’udienza generale dello scorso 25 maggio Maria Herrera ha incontrato Papa Francesco. “Ho chiesto al Santo Padre qualche parola di incoraggiamento, una benedizione per tutte le madri che cercano i loro figli”. Questa madre, straziata dal dolore, chiede un aiuto da parte di quanti possono dare informazioni utili affinché la violenza e l’impunità finiscano. I corpi di questi cittadini scomparsi, che devono avere un nome, un volto.