La speranza dei profughi ucraini: “Forse domani la guerra finirà!”

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Immagini ed emozioni forti quelle che si vivono a contatto con i profughi ucraini in fuga dai bombardamenti. Al confine con la Slovacchia le persone rimangono in fila anche per più di un giorno, in piedi o in macchina, prima di entrare nel Paese. Famiglie intere appena passano la frontiera trovano sollievo e accoglienza grazie agli aiuti che giungono qui, come ai confini con gli altri Paesi, da tutta Europa. Questa la testimonianza rilasciata a Vatican News da padre Petr Vacik, responsabile del programma ceco della Radio Vaticana, che sta seguendo il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo integrale, nella missione umanitaria in terra slovacca. Il porporato è entrato anche in territorio ucraino per portare alla gente sconvolta dai bombardamenti il sostegno e la vicinanza di Papa Francesco.

Ascolta l’intervista a padre Petr Vacik

Ora siete al sicuro

Coloro che passano il confine tra Ucraina e Slovacchia, riferisce padre Vacik, vengono accolti da un cartello digitale che così recita: “Siete in Slovacchia, siete in una zona sicura, rilassatevi. Noi vi aiuteremo”. È forse quello il momento in cui angoscia, paura e incertezza, grazie anche all’aiuto e all’accoglienza dei volontari, si sciolgono in un sorriso e nella speranza che mai muore. Una stretta di mano, un breve colloquio, fornire loro primi generi di conforto servono subito a lenire la sofferenza, che certo non si cancella del tutto, ma lascia posto ad un nuovo stato d’animo, quello stato d’animo che fa dire: “…ho sentito dire che forse domani la guerra finirà!” Sì, afferma padre Vacik, è questa la frase simbolo che raffigura pienamente quello che vivono interiormente i rifugiati che stanno lasciando il proprio Paese: “Sì… forse domani la guerra finirà!”.