Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Stati Uniti e Paesi europei esprimono forti dubbi sulla attendibilità questo voto. Solo due i personaggi che dovrebbero contendere ad Assad l’accesso al quarto settenato presidenziale: il vicecapo di gabinetto, Abdallah Sallum Abdallah, e Mahmoud Ahmed Marei, un avvocato che guida il Fronte Oppositore Democratico, una coalizione di sei partiti formata nel 2018 e tollerata dal regime di Damasco. Il presidente Bashar al Assad, che stamani ha votato in un seggio elettorale di un sobborgo di Damasco, respinge con fermezza le accuse di mancanza di credibilità del voto.
Un voto ancora in guerra
Le presidenziali di tengono mentre la guerra civile che devasta il Paese da dieci anni non si è di fatto ancora conclusa. Rispetto alle precedenti consultazioni, in cui il presidente si era affermato con oltre l’88% dei consensi, oggi Assad è più forte riuscito a riprendere il controllo di gran parte del Paese e a ridimensionare lo Stato Islamico e le altre formazioni ribelli. Ma anche in Siria a condizionare questa fase c’è la pandemia e la profonda crisi economica di un Paese instabile dove sono ancora le armi a parlare.