Emanuela Campanile – Città del Vaticano
Anche questa volta è l’Africa subsahariana a registrare un ulteriore “significativo decremento” delle condanne a morte e “decisivi sviluppi legislativi” a riguardo, come il rapporto di Amnesty International sulla pena capitale nel mondo registrava già nel 2017.
La scelta del Parlamento
La notizia arriva dalla capitale Freetown, dove la maggioranza dei deputati del Parlamento ha votato per l’abolizione della pena di morte, che sarà sostituita con l’ergastolo o con una pena detentiva minima di 30 anni. Ma bisogna risalire al 2005, quando la Commissione per la Riconciliazione – istituita per indagare sulla guerra civile, che dal 1991 al 2001 mise in ginocchio il Pese e causò 120.000 morti – aveva raccomandato l’abolizione della pena capitale, definendola “un affronto alla civiltà”.
Un nuovo capitolo di storia
“Una volta che la proposta arriverà in Parlamento e verrà approvata, sarà la fine della storia della pena di morte nel nostro Paese”. Con queste parole, lo scorso maggio si era espresso il Viceministro della Giustizia della Sierra Leone, Umaru Napoleon Koroma, in occasione dell’’Esame periodico universale delle Nazioni Unite – uno dei principali strumenti dell’ONU che permette di stilare un bilancio della situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri.