Il documento della Wipo, l’organizzazione delle Nazioni Unite che tutela la proprietà intellettuale, garantirà il riconoscimento per i brevetti delle invenzioni che usano il patrimonio collettivo delle popolazioni indigeni e delle comunità locali. Monsignor Ballestrero: verso un sistema orientato al futuro e a beneficio di tutti
Michele Raviart – Città del Vaticano
La Santa Sede accoglie con sincero favore l’adozione del “Trattato sulla proprietà intellettuale, le risorse genetiche e la relativa conoscenza tradizionale”, firmato dalla WIPO – World Intellectual Property Organization – venerdì 24 maggio a Ginevra. Il trattato, ha dichiarato monsignor Ettore Balestrero, rappresentante permanente della Santa Sede alla Nazioni Unite e alle altre organizzazioni internazionali a Ginevra, “istituisce un meccanismo internazionale, segnando un significativo passo avanti nella nostra dedizione collettiva alla salvaguardia di risorse genetiche inestimabili e delle conoscenze tradizionali ad esse associate”.
La partecipazione delle popolazioni indigene
Il documento ha come obiettivo quello di tutelare i brevetti delle invenzioni derivate, ad esempio, da piante medicinali, colture agricole e specie animali, che molto spesso sono associate a conoscenze tradizionali, grazie al loro uso e alla loro conservazione da parte di popolazioni indigene e di comunità locali. Conoscenze che, si legge nel sito della WIPO, sono talvolta utilizzate nella ricerca scientifica e, in quanto tali, possono contribuire allo sviluppo di un’invenzione protetta. In questo senso la Santa Sede ha preso atto con apprezzamento “della partecipazione delle popolazioni indigene e delle comunità locali al processo decisionale, nonché dell’inserimento di un linguaggio sensibile agli specifici contesti culturali e giuridici in cui esse vivono” e ha elogiato “l’approccio costruttivo adottato da tutte le parti coinvolte nel processo negoziale”, che “riflette un profondo impegno a promuovere la cooperazione multilaterale, a raggiungere un compromesso e a far progredire un sistema di proprietà intellettuale dinamico e orientato al futuro, a beneficio di tutti”.
Escluse le risorse genetiche umane
Inoltre, la Santa Sede ha ribadito l’importanza di escludere le risorse genetiche umane dall’ambito di applicazione del Trattato. “Ciò”, ribadisce Balestrero, “sottolinea il riconoscimento che il rispetto della dignità umana rimane il principio comune e fondamentale che sta alla base della nostra convivenza, della santità della vita umana e del bene comune”.