Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Dopo l’auto accusa di aver avuto una condotta “riprovevole” nei confronti di una ragazza di 14 anni, trentacinque anni fa quando era parroco, la Santa Sede ha deciso di avviare “una investigatio praevia” sul cardinale Jean-Pierre Ricard, vescovo emerito di Bordeaux e presidente della Conferenza episcopale francese dal 2001 al 2007. Lo rende noto il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti sulla vicenda.
Investigatio praevia
“A seguito degli elementi emersi negli ultimi giorni e della dichiarazione resa dal cardinal Ricard – ha affermato Bruni – per completare l’esame di quanto accaduto, si è stabilito di dare inizio ad una investigatio praevia e si sta ora valutando la persona più indicata a condurla con la necessaria autonomia, imparzialità ed esperienza, in considerazione anche del fatto che le autorità giudiziarie francesi hanno un fascicolo aperto sul caso”.
Un processo canonico viene solitamente avviato solo quando le autorità giudiziarie di un Paese, come la Francia in questo caso, hanno concluso il loro procedimento. Spesso, al termine del processo civile, la Chiesa può richiedere la documentazione all’autorità giudiziaria per integrarla nella propria valutazione.
Il comunicato del cardinale
Ricard, come detto, ha ammesso tramite un comunicato di aver molestato negli anni ’80 una adolescente. La confessione del cardinale è giunta nell’ambito della Plenaria a Lourdes della Conferenza episcopale francese.
“Oggi, quando la Chiesa in Francia ha voluto ascoltare le vittime e agire nella verità, ho deciso di non nascondere più la mia situazione e di mettermi a disposizione della giustizia sia in termini di della società rispetto a quella della Chiesa. Questo approccio è difficile. Ma prima c’è la sofferenza vissuta dalle vittime e il riconoscimento degli atti commessi, senza voler nascondere la mia responsabilità”, ha scritto il cardinale. “Il mio comportamento ha necessariamente causato gravi e durevoli conseguenze per questa persona”, ha aggiunto, spiegando di averle chiesto già perdono e rinnovando la richiesta di scuse, a lei e tutta la famiglia. “È per questi atti – ha spiegato il porporato – che decido di prendermi un tempo di ritiro e di preghiera”. “Mi scuso con coloro che ho ferito e che vivranno questa notizia come una vera e propria prova”.