Chiesa Cattolica – Italiana

La Santa Sede all’Onu: gli Stati garantiscano il primato educativo dei genitori

L’arcivescovo Caccia interviene a New York sul tema dell’istruzione, “fondamentale” per spezzare il circolo vizioso della povertà che è “un affronto alla dignità umana”. Dal delegato vaticano il richiamo alla comunità internazionale: lontano l’obiettivo di sradicare la povertà, servono più sforzi

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

In ambito educativo il ruolo dei genitori è insostituibile e inalienabile, “non può essere totalmente delegato o usurpato da altri”. Parlando all’Assemblea Generale Onu di New York l’osservatore permanente della Santa Sede, arcivescovo Gabriele Caccia interviene sul tema dell’istruzione, “fattore fondamentale per lo sviluppo sostenibile che consente ad ogni essere umano di acquisire competenze necessarie per partecipare pienamente alla società.

Genitori, educatori primari

Investire nell’istruzione è dunque vitale secondo il presule che raccomanda un sostegno e un’assistenza adeguati alla famiglia, cellula fondamentale della società, prima scuola di vita sociale. “I genitori – spiega Caccia – sono gli educatori primari e hanno il diritto e la responsabilità di garantire che i loro figli ricevano un’istruzione adeguata e integrale che promuova il loro benessere in tutte le dimensioni – fisica, mentale, morale, spirituale e sociale – della vita umana”. Da qui l’appello agli Stati e alle autorità affinché garantiscano questo diritto e assicurino le condizioni concrete necessarie al suo esercizio”.

Povertà è affronto alla dignità umana

Quando manca l’istruzione, secondo l’osservatore permanente della Santa Sede, vengono meno gli strumenti necessari alla crescita umana, morale e sociale della persona, così come le condizioni necessarie per spezzare il circolo vizioso della povertà. “La povertà – afferma Caccia – è un affronto alla dignità umana” e non consiste solo in “una carenza di risorse finanziarie”, ma in una mancanza di bisogni primari tra cui, oltre all’educazione, la casa l’elettricità, l’acqua potabile e l’assistenza sanitaria”. “I progressi necessari a sradicare la povertà previsti per il 2030 non sono stati compiuti” rileva il rappresentante della Santa Sede all’Onu di New York chiedendo “uno sforzo concertato e immediato da parte della comunità internazionale per rimetterci in carreggiata” ed un impegno a realizzare un modello di sviluppo centrato sulla persona umana e orientato al bene comune.

Fraternità e cura della casa comune

Scopo ultimo dell’educazione è secondo l’arcivescovo quello di “permettere a ogni persona di realizzare il suo pieno potenziale, di assimilare i valori e le virtù fondamentali”. L’educazione contribuisce a porre fine all’esclusione e a “rinnovare il tessuto delle relazioni per un’umanità capace di parlare il linguaggio della fraternità”. I programmi educativi inoltre, ammonisce monsignor Caccia, dovrebbero promuovere oltre alla fraternità umana, “una cultura della cura per la protezione della nostra casa comune”.

“La Santa Sede – conclude – soprattutto attraverso l’instancabile lavoro delle numerose scuole, università e istituzioni educative cattoliche in tutto il mondo, continuerà a fare la sua parte per garantire che tutti abbiano accesso a un’educazione di qualità, in linea con la dignità della persona umana e la nostra comune vocazione alla fraternità”.

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