La pace appare ancora lontana in Ucraina. Continuano gli scontri armati e da parte russa si esclude la possibilità di una tregua pasquale
Giancarlo La Vella e Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
La Pasqua delle Chiese orientali, secondo il calendario giuliano, cade domenica prossima, 16 aprile, ma un cessate il fuoco non sarà possibile, secondo quanto ha dichiarato Mosca, che non accetta in questo momento alcuna interruzione del conflitto. Anzi il Cremlino critica anche la Francia, bocciando l’iniziativa del presidente Emmanuel Macron di porsi come intermediario in vista di possibili colloqui di pace tra Kyiv e Mosca. Un ruolo che, secondo la Russia, non può essere ricoperto da chi è schierato a favore dell’Ucraina.
Ucraina: no all’Onu con la Russia
Intanto l’ambasciatore ucraino presso l’Onu ha fatto sapere che il suo Paese non parteciperà alle riunioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sotto la presidenza di turno russa. Intanto sul terreno prosegue lo scontro armato. Lunedì 10 aprile la difesa ucraina ha effettuato otto attacchi contro aree occupate dalle forze russe. Secondo fonti ucraine sarebbero almeno 500 i soldati russi che sono stati uccisi nei combattimenti in corso in Ucraina nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore dell’esercito di Kyiv, aggiornando a quasi 180mila il totale dei militari inviati da Mosca che hanno trovato la morte in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Da parte russa continua invece la pressione soprattutto nella zona di Zaporizhzia.
Ancora aiuti per i profughi
Dall’invasione russa dell’Ucraina sono più di 11 milioni i civili in fuga dalla guerra che hanno varcato i confini con la Polonia, il Paese che più di ogni altro ha aperto le sue frontiere all’accoglienza dei profughi. Lo ha scritto su Twitter la rappresentanza permanente della Polonia presso l’Unione Europea, sottolineando che l’87% di queste persone sono donne e bambini. Varsavia – si legge nel tweet – si dice disposta a trovare per tutti un ricovero finchè sarà necessario.