Michele Raviart – Città del Vaticano
Lavorare con le onde corte con l’obiettivo di rendere meno efficace il jamming, cioè l’azione di disturbo internazionale attraverso attività di coordinamento delle frequenze di trasmissione e la cooperazione tecnica tra i membri. È questo l’obiettivo del gruppo “G9” dei maggiori radiodiffusori occidentali, tra cui la Radio Vaticana, riuniti in questi giorni nella storica palazzina dell’emittente pontificia, situata nei Giardini Vaticani, che ospitò la prima Statio radiophonica marconiana.
Arrivare agli estremi confini della Terra
“Siete a casa vostra, perché la Santa Sede è la casa di tutti, perché ci vuole accogliere in un abbraccio universale di fraternità per lavorare per il bene dell’umanità”, è stato il saluto di padre Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione. In un mondo sempre più proiettato ad ampliare i servizi nella banda larga e nelle nuove tecnologie, ha ricordato, “dedicarsi alle onde corte e ai servizi che con essa si offrono è fondamentale per non dimenticare quelle persone che in diverse parti del mondo non hanno accesso ad altre forme d’informazione e di collegamento che con queste tecnologie. Per noi, che essenzialmente siamo missionari, l’onda corta é un mezzo prezioso perché ci consente di arrivare fino agli estremi confini della Terra, con un messaggio di tenerezza, di misericordia, di pace e di speranza”.
La prossima riunione a Washington nel 2023
Il gruppo “G9” è nato nei primi anni 60 ed è composto, oltre che dalla Radio Vaticana, da Adventist World Radio, di proprietà della chiesa cristiana avventista del settimo giorno, Encompass, i tedeschi di Deutsche Welle e Media Broadcast, gli statunitensi della Federal Communications Commission e dell’United States Agency for Global Media (AGM, i francesi di Tèlèdiffusion de France e Mglob S.A, che trasmette da Antananarivo in Madagascar. Le riunioni vengono ospitate a rotazione da tutti i membri. La prossima si svolgerà a Washington nel giugno 2023 e sarà ospitata da AGM.