La nascita dell’emittente pontificia, 12 febbraio del 1931, e la Giornata mondiale della Radio, che si celebra il 13 febbraio, sono un’occasione per ripercorrere due dense pagine della vita di un mezzo segnato da una grande evoluzione tecnologica e che, fin dalle origini, ha sempre conservato la stessa missione: raggiungere gli angoli e i popoli della Terra
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Due giorni del XX secolo, entrambi nel mese di febbraio ma in anni diversi, si intrecciano con la storia del mezzo di comunicazione più diffuso al mondo: il 12 febbraio del 1931 Papa Pio XI inaugura la Radio Vaticana. “Udite, o isole, ed ascoltate, o popoli lontani”, afferma il Pontefice nel radiomessaggio Qui arcano Dei. È Guglielmo Marconi, l’inventore della Radio, ad annunciare lo storico evento: “Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del suo divino magistero nel mondo, ma questa è la prima volta che la sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della Terra”.
La nascita della Radio Vaticana
Quella del 12 febbraio 1931 è una giornata limpida, sferzata da una leggera tramontana. Sono da poco passate le ore 16. Davanti alla palazzina della Radio Vaticana, sono schierati un plotone della Guardia Svizzera e un reparto della Guardia Palatina. Il microfono è collocato nella sala degli amplificatori. Papa Pio XI arriva poco dopo le 16.15. All’ingresso, il Pontefice è accolto da Guglielmo Marconi e da padre Giuseppe Gianfranceschi, gesuita e primo direttore della Radio Vaticana. Il primo “speaker” è l’inventore della radio. Poi prende la parola Papa Pio XI e la voce del Pontefice si diffonde nell’etere, nella storia.
La Giornata mondiale della Radio
Un altro giorno, scolpito nella storia di questo mezzo di comunicazione, è il 13 febbraio del 1946, quando viene trasmesso il primo notiziario della radio dell’Onu. “Queste sono le Nazioni Unite che chiamano i popoli del mondo”. Per ricordare quello storico momento, è stata istituita dall’Unesco la Giornata mondiale della Radio: si celebra il 13 febbraio, un giorno dopo l’anniversario della nascita dell’emittente pontificia, inaugurata 93 anni fa. La Giornata mondiale della Radio, incentrata quest’anno sul tema “Un secolo per informare, intrattenere ed educare”, è anche un’occasione per ripercorrere le tappe di questo straordinario mezzo tecnologico.
Dalle onde al web
Dai primi passi, a fine ‘800 grazie agli studi sulle radiazioni elettromagnetiche, la Radio ha cambiato molto la propria fisionomia ma non la “missione”: dopo decenni di valvole e di transistor, oggi quella “piccola scatola” è un mondo digitale e il Dab (Digital Audio Broadcast) è uno standard di trasmissione sempre più diffuso. Con l’arrivo di internet si sono moltiplicate le web radio. Proliferano poi, sempre tramite il web, i podcast che possono essere avviati quando si preferisce, senza dover legare l’ascolto agli orari del palinsesto. Oggi la Radio continua ad essere un canale di vitale importanza per diffondere musica, informazione e per accompagnare, sempre più spesso, le persone durante gli spostamenti da casa al luogo di lavoro.
Un mezzo che ascolta voci e popoli
Presentando la Giornata mondiale del 2024, le Nazioni Unite sottolineano infine che la Radio è anche una “rete di sicurezza pubblica” in occasione di emergenze e interruzioni di corrente, causate in particolare da disastri naturali, come tempeste, terremoti, inondazioni, ma anche da incidenti e guerre. Un altro valore associato a questo sempre più dinamico mezzo di comunicazione è la sua “funzione democratica”: la Radio è infatti in grado di dare spazio a tutte le voci della società, anche quelle solitamente meno ascoltate.