Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La fusione nucleare potrebbe garantire l’accesso all’utilizzo dell’energia del futuro, un’energia pulita con un bassissimo livello di scorie di carbonio e praticamente senza limiti. Si è arrivati a questo risultato grazie agli esperimenti con il reattore europeo Jet, con i quali si è riusciti a generare energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt. Lo stesso risultato venne ottenuto 25 anni fa, ma con esiti poco soddisfacenti. Si tratta ancora di una fase sperimentale che avrà bisogno di ulteriori tappe, ma si punta alla realizzazione di un reattore che possa produrre energia da immettere nelle reti di distribuzione nazionali.
La stessa energia del Sole
L’esperimento portato a termine è una fusione nucleare in cui si cerca di riprodurre in laboratorio le stesse reazioni che avvengono all’interno del Sole e delle stelle. Lo afferma, nell’intervista a Radio Vaticana-Vatican News, Paola Batistoni, responsabile della Sezione Sviluppo e Promozione della Fusione dell’Enea.
Lo scopo è quello di rendere disponibile per l’umanità una fonte di energia in grande quantità ed ecosostenibile. In questo progetto europeo in prima linea c’è l’Enea, l’agenzia italiana per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che coordina l’attività nazionale di circa 20 istituti, università e industrie. Lo sforzo che si sta facendo, afferma Paola Batistoni, guarda al prossimo esperimento, che verrà realizzato grazie ad un reattore più performante denominato Iter, in vista, tra circa tre decenni, di passare alla produzione di energia per utilizzo civile.
Un secolo all’insegna dell’energia pulita
Il secolo che stiamo vivendo potrà passare alla storia come quello della svolta energetica se l’esperimento fatto con Jet sarà sviluppato sino alla produzione di energia per fornire elettricità alle nostre città e industrie. Secondo Paola Mantica, dirigente di ricerca dell’Istituto Scienza e Tecnologia dei Plasmi del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, si può ipotizzare intorno al 2050 la data della sostituzione delle fonti fossili con l’energia da fusione nucleare pulita.
La reazione che si genera non produce CO2 (anidride carbonica), quindi non si causa l’effetto serra. Inoltre essa non produce scorie radioattive e non comporta rischi di incidenti nelle centrali del futuro. Altro aspetto positivo deriva dal fatto che si utilizza l’idrogeno, contenuto in quantità praticamente inesauribile nel mare. Si ricaverà un tipo di energia, secondo Paola Mantica, che dovrà andare a far parte di un portafoglio ecosostenibile, fatto di energia solare, eolica e idroelettrica. Anche la fissione nucleare, vista con sospetto in varie parti del mondo, ricorda la dirigente del Cnr, potrà essere utile alla fase di transito verso la produzione di energia pulita.