Sara Moratto e Michele Scolari sono i due volontari a cui è stata assegnata oggi la 30.ma edizione del riconoscimento. Filo rosso tra i progetti realizzati, l’impegno per lo sviluppo e la crescita di persone e comunità. Ivana Borsotti: “In un mondo in crisi, il volontariato vuole dare fiducia e speranza nella convinzione che siamo tutti fratelli”
Sebastian Sanson e Adriana Masotti – Città del Vaticano
La 30.ma edizione del Premio Focsiv, Federazione degli Organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana (Focsiv), era dedicata quest’anno al tema “Cooperazione è cambiamento per lo sviluppo” e i due progetti e relativi volontari a cui è andato il riconoscimento annuale rappresentano perfettamente gli obiettivi di solidarietà e di sviluppo per cui l’organizzazione s’impegna nelle diverse parti del mondo. Il Premio Progetto di Cooperazione Internazionale consegnato questa mattina presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, è andato ex equo al progetto Building Our Future della ong Accri e a Alma de Colores Guatemala dell’associazione Coe, che ha meritato anche un altro riconoscimento: il Premio Servizio Civile Universale.
Sentire prossimo anche chi è lontano
“Per noi – spiega a Vatican News Ivana Borsotto, presidente Focsiv, parlando dell’importanza del Premio – è un momento fondamentale per raccontare il lavoro che si fa e per dialogare con coloro che ci dicono che la cooperazione internazionale e la solidarietà internazionale sono un lusso, che non ci possiamo più permettere, o coloro che ci guardano con molta diffidenza e ci chiedono dove vanno a finire i soldi che raccogliamo”. A queste persone Borsotto chiede di guardare a tante realtà difficili presenti nei luoghi più sperduti del mondo e ad immaginare proprio lì la presenza di un volontario o di una volontaria dediti a sostenere quelle comunità. “Questo è il nostro lavoro, questo è il sentire prossimo anche chi è lontano – afferma – e questo premio racconta storie individuali e storie organizzative, perché non c’è cambiamento senza organizzazione”. La presidente sottolinea ancora: “Il tema del volontariato è un tema che dà senso alla nostra vita perché tutto è connesso e perché siamo ‘fratelli tutti’ (…) il nostro compito è quello di coltivare fiducia contro la paura che spesso ci attanaglia, la paura del mondo e la paura del futuro”.
Lavorare per il protagonismo delle comunità locali
È stata la volontaria Sara Moratto, rientrata dopo 5 anni dal Kenya, a ricevere stamattina il Premio Progetto di Cooperazione Internazionale per il progetto Building Our Future, realizzato nel Paese africano da Accri (Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale) a partire dal 2012 per lo sviluppo rurale nella regione di Manduria e che poi si è allargato coinvolgendo un centinaio di famiglie in un secondo progetto per la gestione delle risorse idriche. Ma Moratto ci tiene a sottolineare a Vatican News che oltre alle realizzazioni materiali, sul posto “c’è tutta una parte di lavoro che non si vede, che è quella quota di lavoro sociale che i volontari, assieme agli operatori e ai partner locali, portano avanti quotidianamente e che ha più a che fare con l’empowerment, cioè il protagonismo delle persone del territorio con cui i volontari si interfacciano quotidianamente”. Se è vero che il volontariato oggi soffre una certa crisi, Sara Moratto osserva che “c’è comunque ancora una quota di giovani che si avvicinano a questo mondo” e che “il filo rosso oggi è sempre lo stesso desiderio di fare la propria parte per portare un piccolo pezzo di cambiamento che va incoraggiato e va riconosciuto”.
Un lavoro per il reinserimento di detenuti ed ex detenuti
Un’attività in un contesto difficile e doloroso come quello del carcere per il reinserimento sociale di detenuti ed ex detenuti, quella svolta nel nord del Camerun da Michele Scolari che oggi ha ricevuto il Premio Servizio Civile Universale. Avvocato civilista, dal 2022 è volontario del Coe, (Associazione Centro Orientamento Educativo), impegnata per una cultura del dialogo, dell’interscambio e della solidarietà. “Le attività all’interno del carcere di cui mi sono occupato – ci spiega – sono state la creazione di uno sportello legale con interviste ai detenuti per capire la loro situazione legale, per capire se potevano beneficiare di alcuni istituti previsti dall’ordinamento camerunese. E poi la realizzazione di un corso di diritto per spiegare e far capire ai detenuti, soprattutto ai minorenni, quali fossero le conseguenze della loro situazione e anche per spiegare quali fossero le ‘buone pratiche’ da tenere all’interno dell’aula del tribunale e via dicendo…”. Alla domanda su quali siano i suoi sentimenti alla consegna del riconoscimento Focsiv, Scolari risponde con semplicità: “Sono molto contento, non me l’aspettavo. Sì, sono molto contento soprattutto per il Coe, perché penso sia anche un riconoscimento all’associazione che mi ha permesso di fare queste attività e di trovarmi in una situazione già rodata con un’équipe che già lavorava bene”.