Isabella Piro e Emanuela Campanile – Città del Vaticano
“Rendimi sempre, o Signore/ stabile amante della tua Carità/ per poterla così sviluppare/ ogni giorno confermata nei gesti”: sono questi alcuni versi scritti da un operatore della Caritas Italiana. Una poesia che, insieme a molte altre, fa parte della raccolta di preghiere e poemi intitolata “Rinnovàti nell’impegno” e disponibile sul sito web www.caritas.it. Due le motivazioni all’origine del volume: l’odierna “Giornata internazionale della carità”, che si celebra il 5 settembre, nell’anniversario della morte di Santa Teresa di Calcutta (1997), e il 50.mo anniversario della Caritas Italiana che ricorre in questo 2021.
La preghiera, la stella polare dei nostri tempi
Una data significativa già contrassegnata, il 26 giugno scorso, da un’udienza con Papa Francesco, il quale ha spronato la Caritas Italiana a “ricordare e a percorrere con gioia tre vie: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”. Tre strade da percorrere sempre in ascolto dei “più piccoli” per renderli partecipi e attivi, con azioni capaci di provocare, di moltiplicare attenzioni, cambiamenti. La testimonianza della carità – ribadisce ora l’organismo – viene confermata da un impegno rinnovato, “nello sforzo costante di promuovere, nelle comunità e nel territorio, iniziative progressive e diffuse di responsabilità per la pace, la giustizia, la difesa e la cura della vita, a partire proprio dalla prospettiva dei più poveri, che, ce lo ha ricordato il Papa, è la prospettiva di Gesù”. Ringraziando poi tutti coloro che “in questi cinque decenni hanno dato voce, gambe, testa, braccia e soprattutto cuore alla Caritas”, l’organismo caritativo sottolinea che “la preghiera che continuerà ad accompagnare il nostro percorso, sarà l’humus e la stella polare che illuminerà e orienterà la nostra capacità di discernimento e il nostro costante impegno per continuare a leggere i segni dei tempi”.
Da sempre in ascolto dei poveri
Don Marco Pagniello, responsabile delle politiche sociali e promozione umana di Caritas Italiana, spiega l’importanza di questa Giornata nel segno dell’apostola della carità:
L’Onu ha scelto questo giorno perché riconosce in Madre Teresa il modello del servizio ai poveri. Per noi cristiani, è un modello perché al servizio dei fratelli e delle sorelle in difficoltà ha unito la preghiera. Ci insegna che oltre a servire i poveri praticamente, abbiamo bisogno di stare con il Signore per servirli sempre meglio.
Quale è la prospettiva dalla quale la Caritas guarda alla realtà?
In occasione del cinquantesimo di Caritas italiana, il Santo Padre ci ha nuovamente spronato, ci ha raccomandato di guardare la realtà partendo dai poveri. Per noi è stata una conferma di quello che è il nostro mandato. Da sempre la Caritas si è messa in ascolto del mondo, in ascolto dei poveri soprattutto per cercare di capire che cosa accadeva, per far sì che i propri servizi e le proprie risposte nascessero dall’ascolto della realtà e che non fossero semplicemente progetti nati a tavolino o da studi.
Quello che è importante è essere sempre ancorati alla realtà per avviare processi di inclusione reali, concreti e di sostegno affinché nessuno rimanga indietro, affinché tutti possano trovare il proprio spazio e anche il proprio ruolo in questo nostro mondo.
Caritas arriva dove spesso le istituzioni non riescono o arrancano…
Caritas al grande lavoro, a volte molto silente, molto bello di farsi prossimo ai poveri affianca da sempre un grosso lavoro anche di advocacy: il dare voce a chi non ha voce, quindi attraverso le nostre ricerche, i nostri studi, attraverso la rete di tutti i centri di ascolto che sono in Italia – ne sono veramente tanti – non facciamo altro che leggere la realtà ma poi anche riproporla in tutta la nostra Chiesa. Riproporla anche ai nostri governanti e a chi ha, in questo momento, la responsabilità di fare alcune scelte, di indirizzare le politiche. Questo è il nostro contributo, credo più importante per la costruzione del bene comune.