Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Ancora una volta, il Papa si rivolge a san Giuseppe, uomo giusto e simbolo di quella “eroicità” che si esprime nel quotidiano, per domandarne la protezione per la vita dei migranti, degli abbandonati e dei perseguitati del nostro tempo. Nell’ultima udienza generale del 2021, dopo una catechesi interamente incentrata sul “coraggio” del padre putativo di Gesù nel guidare la fuga della sua famiglia verso l’Egitto, Francesco dona ai fedeli una nuova preghiera da recitare nell’ anno che sta per aprirsi. Un testo breve in cui si condensano le parole della Patris Corde, la lettera con cui il Papa ha aperto, l’8 dicembre 2020, l’Anno dedicato a san Giuseppe, concluso, sempre l’8 dicembre scorso, durante la visita alla Comunità Cenacolo.
Richieste di grazie
La richiesta di protezione che il Papa domanda a san Giuseppe – di cui non ha mai celato la profonda devozione dai tempi della giovinezza – si intreccia simbolicamente al gesto che da decenni Jorge Mario Bergoglio è solito compiere, cioè quello di affidare al santo intenzioni di preghiera, richieste di grazie e speciali intercessioni, infilando dei bigliettini sotto la statua di Giuseppe dormiente che lo accompagna dai tempi in cui era rettore del Collegio Maximo di San Miguel e che ora conserva nello studio personale di Casa Santa Marta.
Un’orazione collettiva
Con la preghiera di oggi, Papa Francesco chiede che quella allo sposo di Maria non rimanga solo un’orazione personale, ma che tutti i fedeli si rivolgano a lui in questo 2022 e mettano nelle sue mani speranze e difficoltà di “coloro che sono vittime di circostanze avverse e si sentono per questo scoraggiati e abbandonati”.
Non dimenticare chi è lontano da casa
Così la preghiera si declina in precise intenzioni o azioni da compiere nei saluti in varie lingue, che il Papa pronuncia al termine dell’udienza del mercoledì. Ai fedeli di lingua araba, ad esempio, il Papa chiede che: “Il coraggio di Giuseppe, affidatosi alla Provvidenza di Dio, sia fonte di ispirazione e impegno per tutti noi dinanzi ai bambini, per insegnare loro che solo così è possibile respingere ogni male e arginare ogni fuga senza paura”.