La preghiera dei frati minori conventuali di Assisi per i dieci anni di pontificato

Vatican News

Il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, affida a Vatican News la breve lettera che ha scritto a nome di tutti i confratelli per ringraziare il Signore per il magistero di Papa Francesco. “Un ministero che ci riporta al cuore dell’esperienza cristiana e al messaggio evangelico di san Francesco”.

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Poche righe per esprimere gratitudine e per assicurare preghiere per il pastore della Chiesa universale in occasione del decimo anniversario della sua elezione. Le ha scritte il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, incarnando il sentimento di tutti frati minori conventuali di Assisi. “Un semplice messaggio”, dice raccontando la genesi della breve missiva che, come spesso accade, è nata in modo spontaneo all’interno della comunità. “Anche questa volta ho accolto la proposta di qualche altro frate”, spiega il francescano affidando il contenuto a Vatican News.“Ovviamente parliamo spesso di Papa Francesco”, aggiunge fra Marco precisando che, sebbene nella diversità di accenti e sensibilità, la comunità ci tiene a manifestare la propria riconoscenza nei confronti del vescovo di Roma. “In particolare, lo faremo il prossimo 19 marzo attraverso una solenne celebrazione nella Basilica Inferiore celebrata dal vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino proprio nel giorno del decimo anniversario dell’inizio del pontificato”.

Ascolta l’intervista con fra Marco Moroni

“Il messaggio di Papa Francesco ha certamente segnato la vita del popolo cristiano”, prosegue fra Marco, secondo il quale è inutile fare bilanci per questa ricorrenza. Dall’Evangelii Gaudium alla Laudato sii fino alla Fratelli Tutti: questo percorso è ancora aperto e sta incidendo nelle coscienze delle persone, malgrado serva tempo per cambiare in concreto le abitudini. “Tuttavia – afferma – sento che l’opinione pubblica, i credenti e i non credenti stiano in qualche modo accogliendo il forte appello del Papa”. Appello che riguarda questioni chiave della contemporaneità, a cominciare dall’urgenze della pace, e che si basa su una sensibilità particolare. “Oso chiamarla francescana: non è soltanto la scelta del nome, ma è una questione di stile e di attenzione nei confronti di temi come la fraternità e la difesa del creato che sono strettamente francescani”.

Insomma, Francesco Papa come Francesco santo. “I due insegnamenti si fondono in un unico insegnamento”, chiosa il custode avvertendo che non si tratta di temi nuovi: “La sfida per la Chiesa da sempre è quella dell’evangelizzazione, cioè di far conoscere il messaggio di Cristo e prima ancora direi di viverlo in pienezza”. San Francesco lo ha raccomandato all’inizio della sua regola, della quale quest’anno ricorrono gli ottocento anni, in cui ha ribadito che la vita dei frati è vivere il Vangelo. Papa Francesco lo incarna con forza attraverso i suoi continui richiami alla fratellanza. “Questa – conclude fra Marco – è la testimonianza che noi credenti abbiamo bisogno di dare al mondo affinché venga accolta e vissuta in pienezza”.