Chiesa Cattolica – Italiana

La Pontifical Mission for Palestine a supporto dei civili di Gaza

Joseph Hazboun, direttore della Pmp, testimonia l’orrore e le distruzioni in atto nella Striscia. “Continuiamo a pregare e sperare che questa tragedia possa finire prima che aumentino ancora le distruzioni di case e le vittime civili”. Il conforto e il sostegno ai cristiani rifugiatisi nelle chiese della Sacra Famiglia e di San Porfirio

di Beatrice Guarrera

“Vedere quanto sta accadendo è straziante”: sono le parole di Joseph Hazboun, direttore dell’ufficio di Gerusalemme di Pontifical Mission for Palestine (Pmp), che ben conosce Gaza, dovendosi recare lì tre o quattro volte l’anno. A oltre tre settimane dall’inizio della guerra, Hazboun ha ricevuto un’altra brutta notizia: durante la notte del 30 ottobre, a causa dei bombardamenti, metà edificio dell’Arab Orthodox Cultural Center è stato distrutto. “Quel centro era stato inaugurato nel 2019 dopo 30 anni di collette e raccolte fondi per costruirlo – spiega il direttore di Pmp – Due giorni fa da lì avevano ricevuto l’ordine di evacuare, anche se c’erano oltre tremila rifugiati lì. Poi la scorsa notte è stata distrutta metà dell’edificio. Per ora non ci sono notizie di morti”. La Pontifical Mission proprio lì stava portando avanti un programma per assumere 24 impiegati, molti di loro cristiani, per incoraggiarli a stabilirsi e avere una tranquillità economica. Ma ora è tutto da rifare.

L’aiuto ai cristiani

Dopo l’inizio di questa guerra, fin da subito molti cristiani si sono rifugiati nella chiesa latina della Sacra Famiglia e nella chiesa ortodossa di San Porfirio. “Abbiamo ricevuto la chiamata immediata da entrambe le chiese che chiedevano aiuto per cibo e acqua per la gente – spiega Hazboun -. Così abbiamo dato il nostro assenso, dopo aver parlato con il nostro quartier generale a New York che ha subito provveduto a fornirci i fondi per medicine, cibo, vestiti per coloro che hanno lasciato le proprie case senza poter portare niente con sé”. “Continuiamo a pregare e sperare che questa tragedia possa finire prima che aumentino ancora le distruzioni di case, le vittime civili – afferma il direttore di Pmp -. Proviamo a essere in contatto con quante più istituzioni possibili per dare loro conforto, sostegno e dimostrare che stiamo facendo del nostro meglio”. 

L’ospedale al-Ahli

Tra gli edifici danneggiati da questa guerra anche l’ospedale al-Ahli, partner della Pontifical Mission dal 2009. “Il 14 ottobre, il centro diagnostico dell’ospedale anglicano al-Ahli di Gaza era stato colpito da due proiettili – prosegue Hazboun – una bomba aveva colpito l’edificio, provocando un buco sul tetto, mentre la seconda aveva colpito il centro mammografico, causando danni alla struttura e alle attrezzature (che sono davvero costose). Grazie a Dio, nessuna perdita di vite umane in quel momento. Poi però il 18 ottobre è avvenuta la grande esplosione, che ha ucciso poco meno di 500 persone”. Prima di questa tragedia, Pontifical mission aveva aiutato l’ospedale ad essere per circa il 90% dipendente dall’energia solare e a riparare i danni causati dalle guerre del 2009, 2012, 2014.

Il mandato della Pontifical Mission

L’organizzazione ha una lunga storia di sostegno ai bisognosi, fin dalla sua fondazione nel 1949, quando oltre 700 mila palestinesi dovettero lasciare le proprie case e diventarono profughi. Cnewa (acronimo inglese dell’Associazione Cattolica per il Welfare nel Vicino Oriente), fondata nel 1926 con sede a New York, stabilì dunque tre uffici a Beirut, Amman e Gerusalemme, perché sostenessero i profughi palestinesi, tra i quali c’erano molti cristiani. Negli anni la Pontifical Mission ha finanziato diversi programmi anche a Ramallah e a Gerusalemme. A Gaza il sostegno comprendeva quello al centro scout e il centro del Comitato della Chiesa Ortodossa, entrambi distrutti durante i bombardamenti alla chiesa di San Porfirio. Per venire incontro ai diversi tipi di bisogno, con l’inizio delle diverse guerre a Gaza, dal 2009 erano stati aumentati gli interventi: fondi alla scuola delle Rosary sisters, programmi per supportare psicologicamente bambini, traumatizzati durante la guerra, progetti di sostegno alimentare, sussidi per poveri e anziani. Quando venne fondata la Pontifical Mission si pensava che la missione di questa organizzazione dovesse essere temporanea. Eppure, dopo oltre 70 anni, la sua importanza è più viva che mai.

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