La parola che educa

Vatican News

Nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa, Sabrina Fava si sofferma sull’importanza della lettura per i bambini che li induce a riconoscere la bellezza dei libri e delle vite che raccontano. Una strada da percorrere per rendere gli uomini e le donne del domani “testimoni di speranza”

Sabrina Fava*

Nel testo letterario per l’infanzia la bellezza custodisce potenzialità di cambiamento e di responsabilità etica, salvaguarda libertà di pensiero nell’ideazione e nella lettura, anche quando le circostanze sembrano non permetterlo. “Il Signor Bonaventura” di Sergio Tofano compare sul “Corriere dei Piccoli” dopo la disfatta di Caporetto donando ai lettori del tempo la leggerezza del sogno e la musicalità incantata delle parole in rima. “La Storia del gallo Sebastiano” di Ada Gobetti (1940) oppure “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” (1945) di Dino Buzzati sono perle preziose sottratte alla propaganda del regime totalitario e portatrici di istanze democratiche per un domani civile migliore. Nel Magistero sociale della Chiesa Giovanni Paolo II, parafrasando “L’idiota” di Dostoevskij, dice che “la bellezza salverà il mondo” (Lettera agli artisti, 1999). La creazione e la fruizione letteraria possono essere un invito a vivere in pienezza e con gioia. Mentre l’autore è appagato ricercando nel testo la verità poetica e la bellezza, il lettore bambino fa esperienza di pienezza del vivere scoprendo bellezza e verità inscritte nel testo letterario. La relazione educativa con l’adulto, non sostituibile con la solitudine giovanile, attribuisce valore all’esperienza del leggere e può essere di stimolo per svelare i territori nascosti del testo.

Formare lettori esperti significa metterli nelle condizioni di leggere un testo in profondità nella ricerca di senso e di accrescimento umano, sviluppando un pensiero selettivo verso nuove letture. La carenza di categorie critico – interpretative espone invece a letture vissute con fatica e insoddisfazione. Il “lettore resistente” (Chambers, 2011), se non riorientato entro il dialogo della relazione educativa, si allontana dal libro per disinteresse e per competenze non cresciute con lui. Il giovane lettore elabora il proprio progetto di vita anche grazie all’incontro con la bellezza della parola letteraria delle fiabe o dei romanzi d’avventura, delle filastrocche o dei racconti fantastici qualitativamente validi e in questo senso può fare dell’esistenza “un’opera d’arte, un capolavoro” (Giovanni Paolo II, 1999). Nonostante i modelli culturali dell’incertezza e della provvisorietà siano oggi pervasivi, investire sulla qualità del testo e sulla educabilità del ragazzo ad esso significa continuare a scommettere sul valore della letteratura ed essere “annunciatori e testimoni di speranza” (Benedetto XVI, 2009).

*Docente Storia della Pedagogia e di Letteratura per l’infanzia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Ascolta il podcast del Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa

Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Sabrina Fava, curatrice della voce “La parola che educa: bellezza e responsabilità nella letteratura per l’infanzia” del Dizionario di Dottrina sociale.