Chiesa Cattolica – Italiana

La nuova “casa del Papa” a Juba: segno dell’amore di Francesco per il Sud Sudan

Salvatore Cernuzio – Inviato a Juba

Sorgerà a nord di Juba, in una distesa di verde accanto al seminario, donata dalla Conferenza episcopale, la nuova Nunziatura Apostolica del Sud Sudan: “Un dono di Dio” che consolida i rapporti tra Santa Sede e Sud Sudan, ma soprattutto rimarca “l’amore del Papa” verso questo Paese che presto vuole visitare. Ieri, nel tardo pomeriggio, la cerimonia con il cardinale Pietro Parolin che, dinanzi ad autorità religiose e civili, ha benedetto la prima pietra dell’edificio progettato dall’architetto bergamasco Pasquale Gandolfi. Esso vedrà la luce prossimamente.

La cerimonia

Al momento la Nunziatura è collocata in uno stabile a Juba, proprietà di un privato e preso in affitto. Una sistemazione temporanea in attesa della nuova “casa del Papa”, come l’ha definita Parolin che, intervenendo alla cerimonia sotto un tradizionale tukul, ha parlato di “un segno della volontà di consolidare le relazioni tra Santa Sede e la Repubblica del Sud Sudan tramite una rappresentanza apostolica”.

Il cardinale Parolin durante la cerimonia

Rafforzare la comunione tra il Papa e le chiese locali

“Il ruolo della Nunziatura è di rafforzare la comunione tra il Papa e i vescovi e le chiese locali, quindi favorire le relazioni, favorire l’impegno per la pace, lo sviluppo, il benessere della gente nel Paese in cui Nunziatura è presente”, ha detto il segretario di Stato. Ai presenti ha chiesto di pregare perché possa presto realizzarsi questo progetto. “Grazie per possibilità di condividere questo momento di gioia per voi e tutta la popolazione del Sud Sudan”.

Una “casa” di preghiera

Da parte sua monsignor Hubertus Matheus Maria van Megen, nunzio in Sud Sudan residente a Nairobi, ha parlato di “una giornata storica per la presenza della Chiesa cattolica nel Sud Sudan”. Un desiderio che si realizza grazie alla divina provvidenza che, ha detto, “ci ha indicato questo bel terreno di periferia”, quasi “un simbolo di paradiso nel mezzo della città di Juba”. Essa “non è solo una rappresentanza diplomatica, ma vuole anche essere casa di Dio. Tutti coloro che vivranno e lavoreranno qui pregheranno in modo speciale per l’assistenza dello Spirito Santo”, ha affermato van Megen. “Il ruolo della Nunziatura – ha aggiunto –  sarà quello di garantire che i membri non mancheranno mai di sostenere il suo Capo che è Cristo, rappresentato dal Santo Padre Papa Francesco in questo momento particolare della storia… Questa Nunziatura, dunque, sia l’espressione dell’amore della Chiesa universale per la Chiesa particolare in Sud Sudan. Espressione dell’amore di Papa Francesco per il popolo del Sud Sudan”.

Scoperta la teca con la prima pietra

Il plauso del governo

A nome del governo è intervenuto durante la cerimonia anche Barnaba Marial Benjamin, ministro per gli Affari presidenziali, che ha sottolineato che anche l’esecutivo plaude all’opera, che rinsalda la cooperazione tra Chiesa e Stato in Sud Sudan. “È una grande notizia per la gente del Sud Sudan che è unita nella Chiesa” e “spera nella visita di Papa Francesco in questo Paese”.  

Un mattone della Porta Santa

Dopo la lettura del Vangelo, durante un canto gospel intonato a cappella, il cardinale Parolin ha quindi scoperchiato la teca di vetro, avvolta in una bandiera giallo-bianca della Città del Vaticano, per benedire la prima pietra. Si tratta di un mattone rinchiuso nella Porta Santa della Basilica di San Pietro al termine del Giubileo del 2000, indetto da Giovanni Paolo II. Il mattone è stato quindi estratto dalla stessa Porta Santa aperta da Francesco per il Giubileo della Misericordia del 2016.

La prima pietra della Nunziatura Apostolica di Juba
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