Marco Guerra – Città del Vaticano
La risposta a Putin, riguardo al paventato impego di testate nucleare tattiche per proteggere i nuovi confini autoproclamati delle repubbliche annesse, arriva direttamente arriva dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che parla di retorica pericolosa e conseguenze gravi che cambierebbero la natura del conflitto. Il numero uno dell’Alleanza Atlantica ha poi chiarito che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta e che la Nato risponderà ferma e unita anche ad ogni attacco alle sue infrastrutture. Infine, Stoltenberg sottolinea che l’adesione dell’Ucraina alla Nato deve ricevere il pare positivo di tutti i membri dell’Alleanza.
Appello per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato
Intanto nove Paesi ex comunisti sostengono l’ingresso di Kiev nella Nato. Nella nota congiunta di Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania e Slovacchia si legge: “Sosteniamo l’Ucraina nella sua difesa contro l’invasione della Russia, chiediamo che la Russia si ritiri immediatamente da tutti i territori occupati e incoraggiamo tutti gli alleati ad aumentare sostanzialmente i loro aiuti militari all’Ucraina”. Dal canto suo, il presidente ucraino Vlodymyr Zelensky si dice fiducioso rispetto all’ipotesi di adesione. L’ottimismo di Zelensky deriva anche dalla riconquista di diversi insediamenti nei pressi di Kherson nel Sud e della città di Lyman nell’est del Paese, mentre Germania, Norvegia e Danimarca hanno annunciato un nuovo invio di armi al governo di Kiev.
Arruolamenti forzati nelle aree annesse
In Russia la Corte Costituzionale approva le annessioni delle repubbliche separatiste ucraine. Dai territori annessi arrivano le segnalazioni di reclutamento forzato di soldati. Il sindaco di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia appena annessa, riferisce che gli uomini vengono presi nelle strade per essere portati all’ufficio del comandate locale “per essere registrati”.