Andrea De Angelis – Città del Vaticano
“Chi canta prega due volte”. Cita Sant’Agostino il vescovo della Diocesi di Ventimiglia – Sanremo, monsignor Antonio Suetta, per sottolineare la bellezza di un evento che rende finalmente protagonista la musica cristiana, “patrimonio prezioso – ha aggiunto – perché accanto allo straordinario valore artistico e musicale, affianca la ricchezza della testimonianza della fede”. Oltre al patrocinio della Diocesi, il Festival ha anche quello del Comune. “Già il pensiero va alla prossima edizione; quest’anno ha inizio un percorso”, ha detto il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri. Il direttore artistico del Festival, Fabrizio Venturi, non ha nascosto l’emozione per l’inizio di un Festival, che vuole mostrare la grandezza di un genere musicale come una delle forme più alte di preghiera. Da parte sua il grazie al responsabile della nostra testata, Massimiliano Menichetti, che, nel sostenere l’evento, ha ricordato le parole di Papa Francesco sulla musica: un’opportunità di dialogo con Dio e di fraternità tra persone che parlano lo stesso linguaggio di cui ancora una volta Sanremo è capitale, in una staffetta tra la musica cristiana nel pomeriggio e lo storico appuntamento all’Ariston la sera.
L’inizio di un percorso
“Sono molto contento che la nostra città possa ospitare il primo Festival di Musica Cristiana, è un’opportunità incredibile”., ha affermato il sindaco, intervenendo per primo alla conferenza stampa di presentazione della kermesse canora, presso la Sala San Giovanni Paolo II della Diocesi di Ventimiglia – Sanremo. “Credo sia un’ottima intuizione, mi congratulo con gli ideatori e gli organizzatori, a partire dal direttore artistico. L’auspicio – ha aggiunto – è di viverla intensamente. E già volgo lo sguardo al prossimo anno, alla prossima edizione”, spiegando come non si tratti di un evento di passaggio, ma di un percorso che durerà nel tempo.
Una testimonianza di fede
Gratitudine e apprezzamento sincero al Comune per il supporto dato a questa iniziativa è stato espresso da monsignor Suetta. Il vescovo di Ventimiglia – Sanremo ha sottolineato come “giustamente Sanremo è chiamata la ‘Città della Musica’ e questo vale sempre più! Confido che l’iniziativa di quest’anno sia un seme destinato a crescere e a consolidarsi nel tempo, raccogliendo tutte le buone e preziose sinergie che sono in campo”. Il presule ha poi messo in evidenza come gli artisti in gara “spesso vedono derivare il loro canto, la loro arte da un’autentica esperienza di fede, un valore importante e non certo nascosto”.
Una carezza in tempo di pandemia
Il direttore artistico, nello spiegare che “la musica è come l’aria, non si può fermare”, ha messo in rilievo la funzione quasi terapeutica della canzone in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. A causa della pandemia molte famiglie hanno vissuto un lutto, ed ora più che mai la musica cristiana può servire, “perché – ha detto – è una delle forme di preghiera più belle che possano esistere. Credo sia arrivato il momento di metterla in mostra, in tanti Paesi del mondo ha ampio spazio ed è molto apprezzata. In Italia c’è ancora molto da fare, il nostro è un input, vogliamo accendere i riflettori. Farlo a Sanremo – ha concluso Venturi – è magnifico”.
Gioia e gratitudine
“Lo scopo, la radice, la missione della nostra testata è di portare la Parola di Dio nel mondo, la voce del Papa. La Buona Notizia si trasmette anche attraverso la musica, che fin dalla nascita è stata raccontata dalla Radio Vaticana”. Così, nel suo intervento, Menichetti ha spiegato il senso di Radio Vaticana – Vatican News come media ufficiale del Festival. “Questo evento è inclusivo, lo abbiamo definito una staffetta musicale con l’Ariston, un’ occasione di gioia, preghiera e sguardo di grazie a Dio, di fraternità e sinodalità all’interno di una città che diventa capitale della musica italiana”.