La mostra fotografica “Women’s Cry” approda a New York

Vatican News

Il coraggio delle donne impegnate nella promozione dei diritti umani e nella tutela del Creato protagonista al Perelman Arts Center di New York, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La mostra fotografica, curata da Lia Beltrami in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, era già stata ospitata – nel maggio scorso – sotto il Colonnato di Piazza San Pietro

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Da Piazza San Pietro a Ground Zero per ribadire un messaggio di pace, di riconciliazione e di speranza. In occasione della 78.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è tenuta – mercoledì 20 settembre a New York – la presentazione della mostra fotografica “Emotions to Generate Change – Women’s Cry” che a, maggio scorso, era stata per la prima volta visibile al pubblico in una cornice unica: il Colonnato di Bernini a Piazza San Pietro. Anche in questa occasione, la mostra ideata da Lia Beltrami – che raccoglie 26 scatti di 8 fotografi di tutto il mondo e testimonia la resilienza femminile in aree remote del pianeta o in Paesi sconvolti dalla guerra – è stata ospitata in un luogo d’eccezione: il Perelman Arts Center, padiglione delle arti e della cultura appena inaugurato nell’area dove sorgeva il World Trade Center prima dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. 

Storie di fraternità, riconciliazione e di lotta alla discriminazione

La mostra Women’s Cry è stata realizzata grazie alla sinergia di diverse realtà: l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Cattoliche Femminili UMOFC-WUCWO, attraverso il suo Osservatorio mondiale delle donne, il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e l’agenzia Handshake. Dopo il saluto del direttore artistico del Perelman Arts Center, Bill Rauch, è intervenuto il vice-direttore dei media vaticani, Alessandro Gisotti, che ha sottolineato come questa mostra racconti “storie di fraternità, riconciliazione e lotta contro ogni discriminazione, a sostegno della dignità umana e dello sviluppo integrale dell’uomo. Per questo ogni foto è accompagnata da una frase tratta dall’Enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti”. Questa mostra, ha detto ancora, “non solo condivide il grido delle donne, come indica il titolo stesso, ma vuole sottolineare la speranza che le donne donano alle loro comunità, ai loro popoli e al mondo intero”. Ha quindi ricordato la definizione di fotografia data dal mass-mediologo Marshall McLuhan: scrivere con la luce. “In queste foto – ha affermato Gisotti – troviamo davvero tanta luce. La luce che emana dal coraggio delle donne, madri, figlie, lavoratrici, donne che superano ogni possibile ostacolo per dare un futuro migliore alle persone che amano. Siamo certi che chi vedrà questa mostra porterà a casa un po’ di quella luce che queste donne irradiano per rendere meno buio il mondo di oggi”. Dal canto suo Lia Beltrami ha messo l’accento sulla speranza, che “contraddistingue tutte le storie raccontate attraverso le immagini della mostra”. Una speranza – ha aggiunto la curatrice della mostra – che si nutre della tenacia delle donne capaci di superare le “prove più dure” per il bene della propria famiglia e delle loro comunità.

Women’s cry, la mostra a New York

Le donne indigene in difesa delle foreste pluviali in Brasile

Le donne sono state protagoniste anche all’inizio della giornata nella sede internazionale di Religions for Peace – ubicata proprio davanti al palazzo delle Nazioni Unite – dove è stato proiettato il docufilm Guardians of the Rainforest, un’opera di Lia e Marianna Beltrami, sostenuta dalla Interfaith Rainforest Initiative per accendere i riflettori sulle donne indigene che lottano in difesa delle foreste pluviali in Brasile, Repubblica Democratica del Congo e nel Borneo. Alla proiezione è seguito un dibattito sul ruolo dei popoli indigeni e in particolare delle donne indigene per la tutela del Creato. A sottolineare l’importanza del tema e del docufilm, è intervenuto all’evento di Religions for Peace anche Gabriel Labbate, capo dell’Unità per la mitigazione del clima dell’UNEP, il Programma ONU per l’ambiente.